John Rambo, veterano del Vietnam, torna finalmente a casa. Ma dopo essere tornato nel ranch di famiglia in Arizona, Rambo si troverà ad affrontare i membri di un temibile cartello messicano implicato in un commercio sessuale di ragazze dell’Est.
Al cinema dal 26 settembre Last Blood, il nuovo capitolo della saga di John Rambo quasi quattro decenni dopo il primo. Sylvester Stallone torna a vestire i panni di una delle più grandi leggende action del cinema di tutti i tempi. Ora, Rambo deve affrontare il suo passato e rispolverare le sue spietate abilità di combattimento per vendicarsi in una missione davvero personale. Un viaggio emozionante, intenso e potente, Rambo – Last Blood offre al pubblico l’opportunità di vedere quest’iconico personaggio sul grande schermo per un’ultima guerra.
Pochi personaggi hanno catturato l’immaginazione del pubblico di tutto il mondo come John Rambo di Stallone. Il personaggio, basato sul romanzo di David Morrell, è stato presentato agli spettatori per la prima volta come un veterano delle forze speciali ed eroe di guerra esperto di armi, combattimento corpo a corpo, tattiche di sopravvivenza e guerriglia. Con l’aiuto del suo ex comandante, Rambo trova uno scopo per utilizzare i suoi talenti formidabili e mortali: andare in Vietnam per salvare alcuni dei suoi fratelli d’armi imprigionati in Rambo e in Rambo II – La vendetta; in Afghanistan, per andare in soccorso del suo unico amico, in Rambo III; e in Myanmar, dove scatena la sua furia per aiutare alcuni missionari e abitanti dei villaggi catturati, in John Rambo.
Dopo anni passati a vivere in angoli remoti del mondo, Rambo prende la fatidica decisione di tornare negli Stati Uniti, dove lo abbiamo visto per l’ultima volta camminare lungo un sentiero polveroso fino a un ranch di cavalli. John Rambo era finalmente tornato a casa. Rambo – Last Blood riprende l’epica saga del personaggio, quando lo troviamo sistemato a vivere una vita tranquilla nel ranch di famiglia in Arizona. Qui ha ritrovato la pace, condividendo la sua casa con la sua famiglia adottiva: Maria e sua nipote Gabriela.
“Facciamo un salto di dieci anni dall’ultima volta che abbiamo visto Rambo”, conferma Stallone. “Ha vissuto a lungo ai margini della società, ma ora sembra volerne fare parte. È stato accettato da una famiglia che ama e vuole prendersi cura di loro”. Rambo è diventato una figura paterna per Gabriela, la cui madre era morta da tempo, e il cui padre violento l’aveva abbandonata. Accanto a Maria, Rambo ha allevato la ragazza come se fosse sua. Per lui, lei è l’unica cosa pura e vera in questo mondo. Ormai adolescente e curiosa del suo passato, Gabriela va alla ricerca del padre biologico. Vuole giudicare l’uomo da sola, e niente che Rambo o Maria possano dire la potrà dissuadere. Lasciando il ranch piena di speranza, Gabriela si reca in Messico, ma l’incontro con suo padre termina con un duro rifiuto. La mattina dopo, quando Gabriela non fa ritorno a casa, Rambo sente come un istinto primordiale. Si mette in cerca della ragazza, giurando a Maria che non tornerà senza di lei. Le peggiori paure di Rambo si realizzano quando ritrova Gabriela drogata e maltrattata da pericolosi membri del cartello. Alimentato dal senso di colpa e dal desiderio di vendetta, Rambo si prepara alla guerra.
“È la prima volta che vediamo Rambo in un ambiente familiare, che si sente finalmente a casa come non accadeva da molto tempo”, aggiunge il regista Adrian Grunberg, che in precedenza ha diretto Mel Gibson in Viaggio in paradiso. “L’aspetto familiare mostra una parte di Rambo che non abbiamo mai visto prima nel franchising”.
A portare un nuovo e ritrovato – seppure temporaneo – senso di umanità e di famiglia in Rambo sono Maria e Gabriela. L’acclamata attrice messicana Adriana Barraza, che ha ottenuto una nomination all’Oscar® per il suo lavoro in Babel, interpreta Maria “…una donna messicana forte. Ha visto John Rambo invecchiare e capisce che porta dentro di sé molto dolore, non solo nel suo corpo, ma nella sua mente. La relazione tra Maria e Rambo è davvero meravigliosa”. Barraza aggiunge che lavorare con Stallone è stato incredibile. “È un partner stupefacente, quando lo guardi negli occhi, puoi vedere l’anima del personaggio”.
Il produttore Kevin King Templeton afferma: “Non è stato facile trovare un’attrice in grado di catturare il cuore del personaggio. Adriana ha davvero un grandissimo talento. L’abbiamo inseguita per questo ruolo e siamo entusiasti che abbia accettato di unirsi a noi”. La nipote di Maria, Gabriela, è interpretata dalla giovane stella emergente Yvette Monreal, che è stata recentemente scelta per Stargirl di Comics. Monreal afferma che il suo personaggio “È come una figliastra per Rambo, che l’ha cresciuta come se fosse sua. Gabby capisce il suo disturbo da stress post-traumatico e lo supporta. Quando decide di trovare suo padre biologico, si reca in Messico e non torna più. La sua scomparsa allarma Rambo e lui parte per ritrovarla”.
Anche con il supporto di Gabby e Maria, Rambo rimane, nel profondo, un guerriero ferito. La guerra trova sempre John Rambo, anche se lui non la sta cercando. “Rambo potrebbe aver fatto i conti con se stesso e aver trovato casa e famiglia, ma non è una persona risolta”, spiega Stallone. “Non c’è una vera pace nella sua vita al ranch; il suo corpo è lì, ma la sua mente no. Non vuole mai lasciare il ranch. Non riesce a superare il suo disturbo da stress post-traumatico. Rambo scopre che la vita stessa è la sua guerra e nonostante sia a casa, è ancora in balia di eventi al di fuori del suo controllo”.
“Rambo sta cercando di trovare una conclusione per il suo viaggio”, osserva Stallone. “Si rende conto che il suo lavoro è proteggere la sua famiglia; è l’unica cosa in cui è bravo. Ma Rambo sa che se viene incitato, tornerà al suo vero io, anche se questa è l’ultima cosa che vuole. Sa che se ciò che gli interessa di più gli viene portato via, allora cercherà una punizione, una sofferenza e la morte per i responsabili”.
Lo scopo a cui allude Stallone è quello di trasformare i suoi tunnel in una sorta di campo di sterminio sotterraneo, dove si vendica di coloro che minacciano la sua famiglia. È una resa dei conti epica, alimentata dalla vendetta, frenetica, brutale e intricata. “Rambo usa le sue abilità di sopravvivenza e la sua conoscenza del territorio per creare queste trappole ingegnose e attirare le sue prede nei tunnel”, osserva Grunberg. “Ma qui la posta in gioco è persino più alta di quanto lo fosse per lui durante la guerra, perché riguardano la perdita personale”.
Stallone, Grunberg e il regista della seconda unità Vern Nobles, che ha lavorato con Stallone per oltre 25 anni, hanno progettato le scenografie come un ritorno amplificato in Rambo. La sequenza è caratterizzata da un mix di spettacolarità, azione ed esecuzioni selvagge e spietate. “Ci sono molte uccisioni, ognuna progettata con un inizio, uno svolgimento e una fine”, spiega Grunberg. “Vediamo Rambo preparare ogni trappola mortale, a cui è possibile risalire quando si vedono le uccisioni; si può immaginare cosa Rambo farà con ogni trappola. Speriamo sia un’esperienza emozionante per il pubblico”.
“Non si vede Rambo con due lanciarazzi in mano, che spazza via gli elicotteri dal cielo, come ha fatto in alcuni dei film precedenti”, afferma il produttore Les Weldon. “Questo è il Rambo che abbiamo incontrato in Rambo, che usa le sue abilità e il suo ambiente per cacciare e intrappolare la sua preda. C’è ancora moltissima azione, sparatorie e vendetta, ma è tutto più radicato nella realtà. Questo è un Rambo che sta tornando alle sue radici”.
Portare l’ultimo capitolo della saga di un eroe iconico e il suo viaggio verso gli spettatori di tutto il mondo è stata un’esperienza indimenticabile per il cast e i film-makers. “Questo film chiude un cerchio per il personaggio e la serie”, riassume Grunberg. “Volevamo davvero onorare Rambo e tutti i capitoli della saga creando un tipo di film d’azione e una storia leggermente diversi, che combinassero tutto ciò che il pubblico ama del personaggio, mettendolo in un nuovo ambiente e contro un nemico diverso da quello contro cui ha combattuto. E per quelli che sono nuovi a questi film, speriamo che tornino indietro per sperimentare ciò che ha portato Rambo a quest’ultima guerra”.
Rambo – Last Blood è stato girato in Bulgaria e a Tenerife, nelle Isole Canarie. I set costruiti nei teatri di Boyana includevano la rete di tunnel sotterranei e i bunker di Rambo. La produzione ha anche utilizzato il nuovo serbatoio sottomarino degli studi per le scene in cui il sentiero di montagna di Rambo è immerso durante una violenta tempesta, e va in soccorso di alcuni escursionisti intrappolati. Alcune scene sono state girate all’interno del Palazzo di Vranya King, l’antica dimora della famiglia reale della Bulgaria, per catturare le scene all’interno dello squallido bordello dove Rambo scopre che Gabriela è tenuta prigioniera. Le scene ambientate nel ranch dell’Arizona sono state girate in un allevamento di cavalli nel Parco nazionale di Vitosha, nella penisola balcanica. La casa del ranch è stata costruita da zero sul posto. “La casa e il fienile sembrano essere lì da sempre”, dice Monreal. “È importante percepire l’ambiente circostante come credibile, perché porta molta più attendibilità alla storia. L’attenzione ai dettagli è stata incredibile”.
Tutte le scene esterne ambientate in Messico sono state girate a Tenerife, nelle Isole Canarie. Carbone dice: “Pensavo che sarebbe stata una sfida ricreare il Messico a Tenerife. Ma quando sono entrato a Santa Cruz e ho visto le case sulla collina, ho pensato che fosse perfetto: i colori e la cultura latino/spagnola… è tutto lì”. Weldon aggiunge: “Tenerife è incredibile in termini di varietà di paesaggi. Puoi passare velocemente dalla spiaggia alla montagna, attraverso la pineta più verde che tu abbia mai visto; guidando un po’ ti trovi in un deserto simile all’Arizona, roccioso e rosso. Vai ancora oltre ed è come se ti trovassi sulla superficie della luna. È un posto incredibile per girare un film”. Il quartiere del Barrio Nuevo di Santa Cruz è servito per le strade messicane, dove Rambo sperimenta l’ira dei fratelli Martinez. Si distingue per essere uno dei pochi quartieri della capitale costruiti su un ripido pendio.