Questo Mondo non mi renderà cattivo dalla A alla Z

Questo mondo non mi renderà cattivo, la nuova serie di animazione scritta e diretta da Zerocalcare per Netflix, debutterà il 9 giugno in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Prodotta da Movimenti Production, società del gruppo Banijay, in collaborazione con BAO Publishing, sarà composta da 6 episodi, da circa mezz’ora ciascuno, che entreranno ancora più a fondo nelle tematiche care all’autore.
In Questo mondo non mi renderà cattivo torneranno il mondo narrativo, il linguaggio unico e i personaggi storici e inconfondibili dell’universo di Zerocalcare. A Zero, Sarah, Secco, l’Armadillo, l’immancabile coscienza di Zero, doppiato anche questa volta dalla voce inconfondibile di Valerio Mastandrea, si aggiunge un nuovo personaggio: Cesare.

Un vecchio amico torna nel quartiere dopo diversi anni di assenza e fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo.

Questo mondo non mi renderà cattivo racconta la difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita. Il titolo stesso della serie, che trae ispirazione da un brano di un cantautore romano, rappresenta una sorta di mantra, una frase che sembra aleggiare su tutte le decisioni che i protagonisti si trovano a dover prendere nel corso della storia quasi per auto-convincersi, nei momenti più difficili, quelli in cui diventa più forte il rischio di fare scelte sbagliate e rinnegare i propri ideali pur di togliersi dai guai.

EPISODIO 1 – QUEL CHE È DI CESARE

Possibile casino nell’aria, ma le vite di Sarah e mia stanno andando incredibilmente a posto. Si segnala qualche dilemma etico e un inaspettato ritorno in quartiere dopo vent’anni.

EPISODIO 2 – COME UNA BALENA SPIAGGIATA

Qui cerchiamo di capire chi sta dando le dritte ai nazisti in quartiere. Poi c’è una parte in cui mi chiedono di aiutare Cesare ad ambientarsi. A me. Noto per essere uno socievole.

EPISODIO 3 – IL FARO

La ricerca del mostro per parlare di periferie, classico dei media. E stavolta tocca a Cesare. Poi Secco, che vuole risolvere tutto a bomboni, e un faro della mia vita che crolla.

EPISODIO 4 – CHI DENUNCIA PER PRIMO È INFAME DUE VOLTE

Un litigio brutto. Mi pare che ho ragione, ma mi sento in torto uguale. Intanto il clima si scalda, al municipio. Mai visto un cartone su un consiglio municipale. Manco nella DDR.

EPISODIO 5 – QUATTRO MILIARDI DI ANNI LUCE

Le ore prima della battaglia. I dubbi, le ansie, Secco che mette in fila più di tre parole di senso compiuto. Tutti i presupposti per una grande tragedia greca.

EPISODIO 6 – NON C’È UN POSTO PER TE

Se andavamo avanti da sei puntate con questa solfa e alla fine non scoppiava un macello gigante, onestamente era una fregatura. E infatti scoppia.

“Dopo Strappare lungo i bordi – afferma Michele Rech, alisa Zerocalcare – per molti sarebbe sembrato sicuramente naturale immaginare di realizzare una seconda stagione. D’altra parte il formato, lo stile narrativo e tutto ciò che la caratterizzava erano piaciuti al pubblico, dunque perché non realizzare una nuova versione mantenendo gli stessi elementi? Perché c’è sempre un rovescio della medaglia, che in questo caso era rappresentato dal rischio che non venisse bene come la prima, ma soprattutto perché mi piaceva l’idea di alzare l’asticella sia nella forma sia nel contenuto, provando a realizzare un prodotto più complesso e perfino più divisivo. Quando ho iniziato a pensare di voler fare animazione è stato perché avevo in mente proprio la storia di Questo mondo non mi renderà cattivo, che attingeva da alcuni fatti che all’epoca erano successi da poco. In quel momento però era troppo presto, avevo appena cominciato a confrontarmi con il formato breve di “Rebibbia Quarantine”. È stato dopo l’incontro con Giorgio Scorza e Davide Rosio di Movimenti Production e con il team di DogHead Animation che, lavorando a Strappare lungo i bordi, una storia che era molto più nella mia comfort zone narrativa, mi sono sentito rassicurato: sapevo che insieme potevamo realizzare qualcosa che avesse un respiro più ampio. Questa prima esperienza ha sicuramente dato un’impostazione diversa al mio approccio all’animazione. Un percorso che è proseguito durante la produzione di Questo mondo non mi renderà cattivo, durante il quale mi sono confrontato con ulteriori aspetti, incluse alcune nuove sfide nel passaggio all’animazione. In questo caso per me è stato utile confrontarmi con la regia tecnica di Giorgio e Davide, che proponevano delle soluzioni in grado di dare una resa cinematografica ad alcune sequenze che nella mia testa avevano un formato molto legato al fumetto. Questa serie è sicuramente più complessa della precedente e non sono mancate le sfide per gli storyboardisti come per gli animatori e per tutte le figure professionali che hanno lavorato alla produzione. A partire dalla lunghezza degli episodi, una scelta che non è stata fatta a tavolino ma è stata dettata da esigenze narrative: Questo mondo non mi renderà cattivo ha infatti una struttura molto più articolata, con un filone orizzontale principale su cui si intersecano una serie di vicende e di personaggi, e fin dall’inizio il tutto doveva essere cucito in modo tale che lo spettatore non si perdesse all’interno della storia e potesse sostenere il ritmo di un racconto fatto per lo più da un’unica persona che fa le voci di tutti i personaggi. In questo senso è stato importante l’inserimento delle canzoni, che accompagnando alcuni avvenimenti creano comunque delle pause nel ritmo sostenuto della narrazione”.

Rispetto alla produzione di Strappare lungo i bordi, questa nuova serie presenta due forti elementi di novità da un punto di vista di produzione. Questo mondo non mi renderà cattivo ha infatti un formato più lungo, essendo composta da 6 episodi da circa mezz’ora ciascuno – dunque quasi il doppio rispetto alla produzione precedente -, e una storia che ha un respiro molto più simile al racconto cinematografico.

Le sfide che questa produzione ha presentato non sono state poche, ma sono state tutte molto stimolanti. Questa nuova serie infatti è caratterizzata da tematiche molto diverse e più ricche di sfumature, ne abbiamo parlato molto con Michele (Zerocalcare) e ci siamo confrontati anche con Netflix per assicurarci di definire l’approccio migliore. Abbiamo sempre avuto ben chiara l’idea di lavorare con un artista così abile a parlare in maniera schietta e al tempo stesso unica e irripetibile al proprio pubblico, perciò uno dei primi motivi di attenzione era rispettare il racconto, il punto di vista di Michele e il suo stile così potentemente generazionale, quasi più di quanto sia stato fatto in precedenza. Anche in questa storia infatti i protagonisti sono personaggi che, come sempre accade nei racconti di Michele, possono essere persone che abbiamo incontrato realmente nella nostra vita, perciò ognuno di noi aveva maturato un’esperienza rispetto a quelle tematiche molto soggettiva: il rischio era che ciascuno, a partire dalla pre-produzione, fino alla chiusura dei singoli episodi, ci mettesse del proprio nella lavorazione della serie.

Un altro elemento fondamentale riguardava il fatto che con Strappare lungo i bordi avevamo in qualche modo settato un linguaggio ed era indispensabile non contraddirlo. Se da una parte questo ci ha consentito di essere più veloci su alcuni aspetti e alcune scelte che hanno caratterizzato il nostro passaggio dal fumetto all’animazione erano già definite, dall’altra questo ci ha permesso di concentrarci maggiormente sulla narrazione e su alcuni aspetti estetici e di divertirci a inserire anche qualcosa di diverso rispetto a quello che il pubblico aveva già visto.

Abbiamo così potuto immaginare soluzioni alternative per dare più forza al racconto, come per esempio l’inserimento – già nella serie precedente – della Pixel Art, che ci riporta alla grafica della sala giochi di quando eravamo ragazzi, e di alcune sequenze in Stop Motion, una tecnica di animazione secondo noi perfetta per rappresentare, anche in maniera un po’ grottesca, alcuni aspetti della storia.

Su tutte le tecniche di animazione che sono state prese in considerazione però per noi è stato naturale far prevalere l’animazione tradizionale, che in gergo tecnico viene definita Paperless: perfetta per portare sullo schermo lo stile di Zerocalcare, questa scelta ci ha permesso di riprodurre nelle inquadrature la stessa libertà creativa presente negli storyboard, ottenendo quel risultato che il pubblico ha amato già nella prima serie.

Ma è stato grazie a una squadra composta da numerosi artisti di alto livello che nella produzione di Questo mondo non mi renderà cattivo abbiamo potuto alzare l’asticella. Rispetto alla serie precedente, su cui hanno lavorato circa 200 persone, questa volta il team è stato ampliato fino a raggiungere le 300 persone fra tutte le professionalità che hanno contribuito alle diverse fasi di pre-produzione, produzione e post-produzione. Questo ci ha permesso di lavorare in modo più spedito su un formato più lungo, senza prolungare i tempi di attesa dei fan.

Ogni artista ha lavorato con grande passione e spirito propositivo, un aspetto che è stato molto apprezzato sia da noi sia da Zerocalcare, inserendo non solo idee interessanti sulla resa di una scena ma anche diversi easter egg: dai fumetti alle locandine dei film con i titoli modificati, passando per le stesse persone della produzione presenti nelle proprie vesti o come “attori” prestati ad alcune sequenze, ammettiamo di non essere ancora riusciti a individuarli tutti, ma il pubblico si divertirà sicuramente a scovarne il più possibile durante la visione della serie.

Nella versione originale di un prodotto di animazione non si può parlare realmente di doppiaggio, poiché non si tratta di dare voce a un prodotto finito ma di inserirsi nel pieno del processo creativo di produzione. La fase di incisione delle voci, infatti, inizia già davanti agli storyboard e ai videoboard, in modo tale da consentire l’allineamento tra la regia della sequenza e i dialoghi, adattando gli uni o gli altri secondo le esigenze narrative che emergono in questa circostanza.

Come è accaduto per Strappare lungo i bordi, anche durante la realizzazione di Questo mondo non mi renderà cattivo questi momenti hanno rappresentato un’opportunità di confronto per confermare o rivedere le scelte fatte a livello stilistico, di regia ma anche in alcuni casi di scrittura.

Il produttore Giorgio Scorza, che ha diretto gli artisti in sala di doppiaggio per entrambe le serie, racconta che durante le fasi di incisione con Michele Rech e Valerio Mastandrea “l’alchimia tra loro due era perfetta e ha portato in alcuni casi a rivedere le battute dell’Armadilo per renderle più aderenti al personaggio, che sappiamo essere ispirato proprio a Valerio. Hanno regalato inoltre anche diversi momenti di ilarità a tutti noi, dando risalto all’aspetto umano che è dietro questo lavoro”.

Anche questa nuova serie vede Zerocalcare dare voce a tutti i personaggi nei momenti di narrazione degli eventi, un po’ come quando si racconta una storia a un amico o a un figlio, alternandosi alla presenza di doppiatori professionisti quando la sequenza avviene nel presente. Giuseppe Franchi, responsabile di RainFrog che ha supervisionato tutto l’audio della serie, ha raccontato che “è stata un’esperienza emozionante lavorare con doppiatori professionisti, abituati a dare voce a grandi produzioni internazionali di successo, felici di far parte di questo progetto. Non solo come fan di Zerocalcare, ma come estimatori del valore di quest’opera.”

Come Michele Rech ha avuto spesso modo di raccontare, il suo approccio all’animazione nasce proprio dalla volontà di “costringere” il proprio pubblico ad ascoltare le canzoni che lui stesso aveva in mente per le sue storie. “Così come anche quando scrivo un libro spesso la scelta di alcune scene è ispirata proprio dall’ascolto di una canzone”, spiega “anche alcune scene di Strappare lungo i bordi e di Questo mondo non mi renderà cattivo sono state scritte pensando a un brano ben preciso”. La musica che fa da colonna sonora alle due serie è stata dunque inserita già in fase di scrittura come parte integrante della sceneggiatura, al pari di un personaggio. Mentre lo stesso titolo della serie è ispirato al brano Questo mondo non mi renderà cattivo del cantautore Path.

Un ruolo da protagonista in questo senso lo ha certamente la sigla che apre i singoli episodi e che introduce già lo spettatore all’interno della narrazione. Dopo il successo del brano Strappati lungo i bordi, si rinnova la collaborazione tra Zerocalcare e il cantautore romano Giancane anche per questa nuova serie. I brani scelti dal fumettista per Questo mondo non mi renderà cattivo saranno disponibili in digitale e in doppio vinile, con cover disegnata da Zerocalcare, dal 9 giugno, giorno di uscita della serie. Il primo LP vedrà il nuovo album di Giancane Tutto Male, contenente la sigla della serie che dà il titolo al secondo LP Sei in un Paese Meraviglioso, la raccolta di canzoni scelte per la serie.

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