L’eredità di un classico dalla A alla Z.

I Walt Disney Studios erano interessati da anni a riportare Cenerentola sul grande schermo, per reintrodurre una fiaba senza tempo al pubblico del XXI secolo e risvegliare la nostalgia e i ricordi di milioni di persone in tutto il mondo. Prima di tutto, il film doveva essere capace sia di intrattenere sia di dare umanità ai personaggi della storia, preservando al tempo stesso le indimenticabili caratteristiche del classico d’animazione.

Il regista Kenneth Branagh non aveva mai pensato di dirigere una fiaba, ma dopo aver letto la sceneggiatura di Chris Weitz si è inaspettatamente immedesimato nella storia. “Sono stato catturato dalla potenza della storia e cenerentola1mi sono trovato in sintonia con lo stile visivo che gli artisti stavano sviluppando”, afferma Branagh. “È il classico racconto in cui il personaggio principale parte per un viaggio con il quale gli spettatori riescono realmente a identificarsi, e in qualità di regista è stato davvero meraviglioso giocare con la struttura e l’ambientazione di questa grande storia”.

Per adattare la storia al pubblico moderno, era fondamentale conservare il messaggio di gentilezza e compassione del classico originale. I realizzatori erano convinti che la potenza della storia, unita a un cast di straordinario talento e a una sceneggiatura forte con dei personaggi più complessi e realistici, potesse dare vita a un’esperienza cinematografica di grande intrattenimento. “Non abbiamo provato a immaginare di nuovo ogni cosa, ma abbiamo deciso di trovare il centro della storia: un mondo di meraviglie nascoste, con la forza creatrice della gentilezza e della fede alla base di tutto”, afferma lo sceneggiatore Chris Weitz.

La fiaba animata Cenerentola, la magica storia d’amore di una bistrattata eroina i cui sogni divengono realtà, rappresentò una svolta fondamentale nella ricca storia cinematografica della Disney.

Il racconto di Cenerentola è una storia semplice che ha commosso tante persone in tutto il mondo. Secondo il produttore Simon Kinberg sono le storie più semplici a rimanere più impresse. “Possiedono delle qualità universali”, afferma. “Non importa quante volte sono ripetute o reinterpretate, storie come Cenerentola perdurano per centinaia, a volte migliaia, di anni”.

cenerentolaMolte persone hanno scoperto la fiaba proprio grazie al classico d’animazione del 1950, ma le sue origini risalgono al I secolo d.C. con la fiaba egiziana Rodopi, trascritta dallo storico greco Strabone e considerata la prima versione documentata del racconto. Nel 1697, il francese Charles Perrault trascrisse e pubblicò Cendrillon o La storia della scarpetta di cristallo, in cui compaiono per la prima volta la fata madrina, la zucca-­carrozza e la scarpetta di cristallo. La versione dei fratelli Grimm, Aschenputtel, fu pubblicata in Germania nel 1812: in essa, il ruolo della fata madrina era affidato a un albero cresciuto sulla tomba della madre di Cenerentola e le atmosfere erano molto più cupe. La versione di Perrault è quella più simile al film d’animazione Disney. Da allora, la storia è stata adattata innumerevoli volte nella letteratura, al cinema, in televisione, a teatro, nella musica e nelle arti figurative.

“La maggior parte degli spettatori, indipendentemente dall’età, conosce bene la storia di Cenerentola”, afferma Branagh. “Dunque riuscire ad apportare qualcosa di nuovo in qualità di regista, rendendo al contempo giustizia ai momenti più iconici della fiaba, è stata per me una sfida meravigliosa”. Prosegue: “Avere la possibilità di dirigere Cenerentola per la Disney nel XXI secolo, significa poter raccontare un mito che ha resistito nel corso dei secoli grazie alla sua profonda connessione con gli esseri umani”. Il regista si è dichiarato interessato a realizzare un film in cui i personaggi possedessero una psicologia più complessa e approfondita, e in cui la gentilezza fosse una sorta di superpotere.

cenerentolaI realizzatori volevano creare qualcosa di simile ai classici film d’intrattenimento per famiglie per i quali la Disney è celebre, ma senza dimenticare che oggi le famiglie sono differenti rispetto all’epoca d’oro dello Studio. “Il personaggio si comporta come nella fiaba originale, ma per modernizzarla per il pubblico odierno abbiamo deciso che la virtù della nostra protagonista risiedesse nell’abilità di preservare il suo buon cuore e il suo carattere nonostante le tante sofferenze che è costretta a sopportare”. La sceneggiatura include delle scene con Ella da bambina, in compagnia di sua madre e suo padre, le quali ci mostrano la vita pittoresca che condivideva con i suoi genitori in luoghi affascinanti prima della morte della madre. È in queste scene che scopriamo che il valore del coraggio e della gentilezza, che la accompagnerà per tutto il film, le è stato insegnato dai suoi genitori. “È il retaggio di sua madre”, spiega il produttore David Barron. “Si tratta di parole molto semplici, ma per Ella rappresentano tutto. Le danno la forza per affrontare qualunque cosa le si pari davanti, ovviamente senza sapere fino a che punto sarà messa alla prova”.

“Nella versione animata di Cenerentola, non vediamo sua madre; muore dopo la prima o la seconda frase pronunciata dalla voce narrante”, afferma Chris Weitz. “Ho ritenuto importante mostrarla al pubblico, per far capire non solo cosa abbia perso Ella dopo la sua morte ma anche ciò che ha guadagnato da lei. Volevamo inoltre una pietra di paragone per i doni intangibili che Ella possiede”. Branagh afferma: Cenerentola possiede un forte senso dell’umorismo ed è molto matura. È convinta che le persone non vogliano realmente essere crudeli o malvagie. Non è una vittima inerme che si autocommisera. Trova divertenti molte cose. Queste caratteristiche non sono debolezze, ma rappresentano la sua forza”.

cenerentola1Il film presenta anche un’altra aggiunta: tramite alcuni piccoli suggerimenti sul passato della matrigna, si spiegano le ragioni del suo comportamento spregevole. Non è semplicemente cattiva, o crudele… la verità è molto più complessa. La matrigna è fiera del suo aspetto rispettabile, della sua casa e delle sue figlie beneducate, e dà molta importanza a ciò che il prossimo pensa di lei. Ma il suo dolore diventa più profondo quando si rende conto che il suo nuovo marito considererà per sempre la madre di Ella – e non lei – come l’amore della sua vita, e si intensifica quando anche lui muore. Allo stesso tempo, si rende conto della profonda differenza tra Cenerentola e le sue figlie, e questo la fa infuriare ancora di più. Weitz aggiunge: “Era importante fin dall’inizio che la matrigna avesse qualcosa da dire. Ha sofferto in passato, ma è anche molto affascinante e seducente”. Inoltre, la matrigna trama con il Granduca, un astuto e pragmatico alleato della famiglia reale, un altro elemento che la sceneggiatura ha arricchito rispetto al classico originale. Per il Granduca il matrimonio non è altro che un accordo economico, ed è convinto che il Principe debba sposare una persona politicamente rilevante per la famiglia reale. Crede che il suo compito sia impedire al Principe di trovare – e sposare – Cenerentola, e così si allea con la matrigna per assicurarsi che ciò non accada.

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