Tevere, Gazometro e La Pizzeria di Daniele Sigalot.

Venerdì 6 Ottobre, c’è stato il grand opening della nuova “Pizzeria” romana di Daniele Sigalot affacciata sugli intriganti spazi del Gazometro. Aperto in partnership con WEM Gallery lo spazio è tutto, ovviamente, fuorché una pizzeria.

“Ci tengo che sia un posto strano, dove poter produrre i miei lavori, ma anche esporli, ma soprattutto che sia un posto che rispecchi la mia natura sociale, per questo la prima opera che ho realizzato è il bancone di un bar, la seconda un biliardino e la terza tutt’ora in corso, un tavolo da ping pong” per descriverla con le sue parole.
Una new entry nel panorama artistico della Capitale, che ha dato i natali a Sigalot nel 1976, dove il poliedrico artista, ha deciso di inaugurare l’ambiente espositivo con le proprie opere.
Assolutamente non banale il sito scelto, Via Francesco Negri, zona Ostiense. Quartiere sempre di più in evoluzione come incubatore di innovative realtà creative tra gallerie, nuovi locali e spazi di coworking.
Entrando si è accolti dagli aeroplanini tutti uguali ma coloratissimi distribuiti sulla parete ad arte a formare la scritta “EGO”. Un vero e proprio trademark della casa.
Il metallo viene plasmato per prendere vita come mezzo espressivo, così ti ritrovi ingannato a fissare un enorme barca di metallo che sembra di carta. Qualcuno avrebbe affermato “Ceci n’est pas une pipe”…
Mescolando genio e ironia, la “Pizzeria” cattura lo sguardo dello spettatore che mentre gironzola nei tre piani dell’ex-Loft si ritrova circondato dalle opere ironico-concettuali pronte a sorprenderlo.
Particolarissime le aree al piano inferiore, dove oltre al laboratorio e al fantastico pezzo “THIS IS NOT A GALLERY” in bella vista mimetizzato tra bottiglie di Campari c’erano le lavatrici fluo, divani e soprattutto il famoso biliardino pronto ad accogliere le sfide degli artisti.
Perché in fondo lo spirito di questo spazio è proprio volto al dialogo e al confronto tra curiosi, collezionisti o creativi. Dove ogni artista può avere i suoi “15 minutes of fame”, ma non troverà un pezzo di pizza da mangiare. Al più una “Coppa Pizzeria” da sollevare!
E lasciandosi alle spalle l’inquietante installazione “ENOUGH”, che svanirà tra soli mille anni, le ariose vetrate custodiscono le opere mentre il maestoso tramonto di Roma avvolge quello stesso cielo cremisi dove Sigalot ci ricorda che il mio Paese è migliore del tuo.

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