Giovani e infervorati.

Sarà in scena al teatro Piccolo Eliseo Patroni griffi di Roma, dal 22 ottobre al 2 novembre, STORIE D’AMORE CON PENA DI MORTE, scritto e diretto da Marco Costa. Protagonisti Lorenzo De Angelis, Nina Torresi, Paolo Macedonio, Stella Egitto.

storie_s2Giovani, carini e infervorati. Artico Fontana, un brillante copyrighter sex addicted e il suo migliore amico Sanni Giacchino, uno chef stellare che conduce una fortunata trasmissione televisiva di cucina, vanno a cena con Mia Montini e Frida Mattioli, rispettivamente una redattrice dello spettacolo con velleità di saggista ed un’attrice di fiction bipolare e psicofarmizzata. Da quella sera tutto cambia. Un anno dopo Sanni e Frida, innamorati e conviventi, sono sull’orlo di una crisi di nervi mentre Artico e Mia, rincontratisi per caso ad un evento mondano, instaurano una vertiginosa relazione sessuale condita di cinismo che li porterà verso la catastrofe. Le vicende tragicomiche e iperreali delle due coppie turbolente generano un affresco disperato e esilarante dell’impossibilità di amarsi nell’epoca del selfie, offrendo una spietata riflessione sulle dinamiche sentimentali delle nuove generazioni, sulla loro social solitudine, sui meccanismi della persuasione, sulla decadenza morale e la mancanza di coscienza. Il sesso è dappertutto. La caccia è aperta.

“Roma – afferma il regista – è una città percorsa da un desiderio feroce. Una città che non conosce la moderazione, che non lascia scampo. E’ bigotta o sfacciata, anarchica o benpensante, violenta come un randagio affamato o mansueta come un cucciolo intimorito, capace di offrirsi come una donna lasciva spalmata su un divano o di freddarti come il rimprovero di un alto prelato intransigente. La storia dei Romani è anche la storia della loro sessualità, e le continue metamorfosi delle abitudini erotiche di questo popolo variegato (cui si deve l’invenzione del preservativo), nel cui sangue sono immersi millenni di storia che riguarda l’Occidente, raccontano il mutamento sociale in atto nel nuovo millennio digitale.
L’impatto di Internet, dei social o più in generale delle nuove tecnologie ha rivoluzionato il nostro modo di vedere e sentire. Soprattutto il sesso. Le statistiche a riguardo sono impietose o esaltanti, a seconda dei punti di vista. Le intercettazioni telefoniche entrate di prepotenza nella prassi giudiziaria dell’ultimo decennio, hanno sollevato il coperchio su una sessualità ormai vissuta in maniera mercenaria e sfacciata, come moneta di scambio, campo di battaglia, soprattutto in ambienti istituzionali, prestigiosi o addirittura religiosi. Il sesso è onnipervasivo. Il sesso è una lingua comune, un modo di relazionarsi, una performance da riprendere e condividere in faccia al mondo”.

“Mai come oggi – prosegue Marco Costa – la libido tiranneggia le strategie comunicative dei grandi marchi e influenza le direzioni di una certa politica. Questa è la Roma contemporanea, specchio neanche troppo appannato della Roma Antica, un caleidoscopio di carne rosa imbevuto di poesia, che oscilla tra desiderio e inibizione. Le storie d’amore con pena di morte sono oggi la regola più che l’eccezione. Dal “ti amo” al “riceverai presto notizie dai miei avvocati” il passo è breve. Anche più breve del passaggio dal “Mi piace” su una foto al “me la dai?” in un messaggio privato. La guerra dei sessi non è mai stata così aspra e aperta. Oggi non vince chi fugge, ma chi visualizza ad una certa ora e col cavolo che risponde. L’accoppiamento a vita monogamico ormai è una favola deliziosamente insensata eppure continuiamo a provarci, a correre il rischio nascondendo i nostri istinti più bassi. Guardatevi intorno, guardate le coppie dei vostri amici. Quanti condannati a morte vedete tra loro? Forse è vero, come diceva un cinico, che l’amore è solamente il castigo per non essere riusciti a rimanere soli”.

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