Il farmaco amorale.

Bruno corrompe i medici, a questo si è ridotto il suo lavoro. La sua azienda farmaceutica sta licenziando, si salveranno solo i più bravi.
il-venditore-di-medicine-locandinaAl cinema “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito, con Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Evita Ciri e Marco Travaglio.

Bruno, interpretatao dall’ottimo Claudio Santamaria, ha quasi quarant’anni e fa l’informatore medico. La sua azienda è in crisi. Si prevedono tagli al personale. I venditori di medicine saranno messi sotto stretto controllo per valutare le loro performance e decidere chi resterà e chi verrà licenziato.
Ufficialmente Bruno dovrebbe far visita ai medici, presentare loro le ultime novità in fatto di ricerca farmaceutica, capire con loro l’effetto dei farmaci sui pazienti. Ma le cose si svolgono in modo diverso. In cambio della prescrizione del proprio farmaco, Bruno offre ai dottori i regali più svariati: da un professionalissimo stetoscopio a un finto convegno in località esotica, da un computer palmare a un’auto di grossa cilindrata. E non solo.
Titoli di studio comprati, droga, sesso a pagamento. L’azienda di Bruno, come tante altre case farmaceutiche, pratica il comparaggio. Una volta a casa, Bruno indossa i panni decorosi di un normalissimo professionista che ha terminato la sua giornata di lavoro. Sua moglie, Anna, una professoressa di liceo, non sa niente dei traffici illegali del marito, né delle pressioni che sta subendo dall’azienda a causa della crisi. Bruno è stimatissimo da lei, dai suoceri, dagli amici. Si è abituato ad un certo tenore di vita, al quale non vuole rinunciare.

Marco Travaglio

Marco Travaglio

La situazione al lavoro precipita. Bruno non ha più lo smalto di un tempo, sta perdendo il controllo sui suoi medici. Lo scontro con un dottore etico gli arreca una sconfitta senza precedenti. Ormai, per non essere licenziato, non gli resta che tentare un colpo veramente rischioso: corrompere un primario di oncologia, il Prof. Malinverni, così da poter far entrare nell’ospedale il farmaco chemioterapico dell’azienda. Ma il medico sembra inespugnabile.
E se al lavoro le cose vanno male, non tardano ad arrivare altri eventi che lo stringono in una morsa sempre più serrata. Anna vuole un figlio, prima che per lei sia troppo tardi. Ma la dimensione asfissiante in cui vive Bruno non permette niente di simile, non in questo momento di pressione almeno. È così Bruno arriverà a commettere un’azione impensabile. La sola nota dissonante nel folle comportamento di Bruno è legata all’incontro fortuito con un suo vecchio amico che non vedeva da anni, ridotto molto male in seguito a degli esperimenti farmaceutici cui si è prestato in cambio di lauti compensi. Bruno, di fronte a lui, si vergogna del suo lavoro, e fa di tutto per procurargli un farmaco introvabile che forse può curarlo.
Ma la spirale intorno a lui non si farà meno inarrestabile, portandolo a una desolata, paradossale consapevolezza. Bruno si renderà conto che, pur avendo vinto, ha probabilmente perso troppo.

Isabella Ferrari

Isabella Ferrari

La cronaca dello scandalo del comparaggio farmaceutico, riportata con drammatica periodicità dai media in Italia e nel mondo, con clamorose denunce di corruzione, inchieste, processi, è il punto di partenza del film di Antonio Morabito.
Un racconto teso, compatto, che sullo sfondo di una trama di illegalità e una progressione thriller, fa trasparire un ritratto più ampio di un tempo di guerra silenziosa, in bilico tra ansia e spettro del fallimento. In cui sembra impossibile fermare una caduta volontaria.
Una produzione Classic e Peacock Film, in coproduzione con RSI e in collaborazione con Rai Cinema. Distribuito da Luce-Cinecittà.

“Bruno – afferma il regista – si muove al di sopra della soglia della morale, immerso in un sistema di bisogni indotti e disinteresse sociale. Con lui, medici e farmacisti conniventi, case farmaceutiche disposte a tutto. Al di sotto di questa soglia stanno i malati, gli amici, sua moglie. La normalità. Oggi ognuno lotta per sè, per il suo posto di lavoro, per mantenere un cosiddetto stile di vita che sia ben accetto dalla società. Sono sempre più frequenti azioni disperate compiute da chi ha perduto i propri privilegi, per primo quello del lavoro”.

Claudio Santamaria

Claudio Santamaria

“Ho scelto l’ambiente della Farmaceutica – continua Antonio Morabito – per il prodotto che viene trattato: il farmaco, l’ultima cosa che dovrebbe essere ridotta a mero prodotto commerciale. All’interno di questo ambiente, ho preso come protagonista un informatore medico perché è una figura familiare, non distante dalla nostra quotidianità. È l’omino ben vestito che ci passa avanti nelle sale d’attesa con la sua valigetta. È una “pedina piccola”, ma si comporta nel piccolo esattamente come la sua classe dirigente si comporta nel grande. Bruno, apparentemente mostruoso, non é altro che l’emblema della società che lo circonda: ne incarna le contraddizioni, l’ansia, la corruzione, l’impunità”.

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