Synecdoche, New York di Charlie Kaufman è finalmente nelle sale

Il tempo…non sapevo che avrei dovuto invecchiare per avere una percezione logaritmica del suo scorrere.
Daniel Pennac

Presentato al Festival di Cannes a maggio 2008 ed uscito nelle sale americane il 24 ottobre dello stesso anno, Synecdoche, New York è l’esordio dietro la macchina da presa del geniale sceneggiatore Charlie Kaufman.

Synecdoche,_New_York_posterCharles Stuart “Charlie” Kaufman, classe 1958, è famoso per opere che posseggono il suo stile distintivo come Being John Malkovich, Adaptation e lo splendido Eternal Sunshine of the Spotless Mind di Michel Gondry, noto in Italia con l’orribile titolo di Se mi lasci ti cancello. Nel 2009, Roger Ebert definì Synecdoche “miglior film del decennio” ed è difficile dargli torto. L’altissima originalità che caratterizza i lavori di Kaufman, quel suo modo tipico di fondere gli elementi di realismo con il fantastico e il surreale culminano in questo film eccezionale, giunto sugli schermi italiani con “soli” 6 anni di ritardo (pensando male, alla Andreotti, si potrebbe ipotizzare che, se l’immenso Philip Seymour Hoffman fosse ancora tra noi, probabilmente, sugli schermi italiani non lo avremmo mai visto) ed è grazie a Bim Distribuzione che questo diamante è finalmente uscito.

Seymour Hoffman, probabilmente nell’interpretazione migliore della sua carriera (ben 63 film), capeggia una squadra di star di prima grandezza, da Samantha Morton a Michelle Williams, da Catherine Keener ad Emily Watson, da Hope Davis a Dianne Wiest. La Keener è particolarmente legata al sodalizio artistico Kaufman-Jonze: ha recitato in Essere John Malkovich ed ha interpretato un cameo, nel ruolo di se stessa sul set di Essere John Malkovich ne Il ladro di orchidee, entrambi diretti da Jonze e sceneggiati da Kaufman. Come se non bastasse, oltre ad intepretare la prima moglie in Synecdoche New York, ha recitato anche in Nel paese delle creature selvagge, diretta da Jonze.

Il titolo è un gioco di parole fra Schenectady, New York, in cui è ambientata la vicenda, e la sineddoche, figura retorica molto simile alla metonimia, al punto che, spesso, è difficile distinguerle proprio come realtà e fantasia che si fondono sulla scena sino a confondere i propri confini spaziotemporali, rendendo difficile distinguere la vera Manhattan dalla copia a grandezza naturale che il protagonista, nel suo trentennale spettacolo teatrale alla Fitzcarraldo tenta di completare, riempiendola di senso, portandola a prendere il posto della vita vera.

Synecdoche, New York è, infatti, un complesso e sfaccettato divertissement esistenziale, un immenso cubo di Rubik filmico, caratterizzato da una sceneggiatura di altissimo livello (come stupirsi?) e una qualità attoriale elevatissima. Mostrare la propria nudità emotiva sulla scena è pericoloso, arduo ed estremamente faticoso e la parte spesso, tende, sanguinosamente, a rappresentare il tutto. Eros e Tanatos tra Schenectady e Berlino alla ricerca di qualcosa che dia senso alla propria esistenza, mentre la malattia ci fa comprendere come nulla abbia veramente senso. Riferimenti evidenti, Samuel Beckett e Philip Roth, due facce della stessa medaglia. Non a caso, è proprio quest’ultimo, il geniale Nobel per la Letteratura mancato da almeno un paio di decenni, ad essere citato “casualmente” come esempio dallo stesso Kaufman in quest’intensa intervista da lui rilasciata a David Cronenberg.

Per questa sua prima, mirabile, regia, un meraviglioso e durissimo film d’amore, sanguinoso e sanguinante, acuto trattato in immagini sull’esistenza umana, Charlie Kaufman ha vinto il premio Robert Altman per il Miglior Film d’Esordio agli Independent Spirit Awards 2009. Essendo giunto sui nostri schermi per una specie di miracolo, non possiamo che consigliarvi di correre a vederlo e, se vi troverete un luogo emotivo in cui proverete un irrefrenabile desiderio di piangere e ridere allo stesso tempo, scegliete di gioire: significa che avrete compreso quello che, citando i grandissimi Monty Python, è The Meaning of Life.

Michelle Williams,Philip Seymour Hoffman e Catherine Keener a Cannes 2008 per il red carpet di Synecdoche New York

Michelle Williams, Philip Seymour Hoffman e Catherine Keener a Cannes 2008 per il red carpet di Synecdoche New York

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