Punto Luce al Taormina Film Fest.

Prosegue la felice collaborazione tra il Taormina Film Fest e Istituto Luce-Cinecittà, dopo il successo dello scorso anno con la mostra fotografica che celebrava i 60 anni del Festival e i 90 dell’Istituto.

Sicilia '43 rE si approfondisce quest’anno con quattro film, presentati dal Luce a Taormina. Quattro nuovi racconti accomunati dallo sguardo sulla memoria del Paese, e su episodi fondanti, inediti e particolari del nostro spettacolo.
Dalla Sicilia ’43, di un viaggiatore unico del documentario come Folco Quilici, in concorso nella sezione Filmmakers in Sicilia, alle tre storie di cinema del Punto Luce: la riscoperta di un personaggio formidabile e dimenticato, il Guido Notari de L’ultima voce di Enrico Menduni; la rivista da cui ‘nacque’ la commedia all’italiana, riletta ne L’imperatore di carta di Fabiana De Bellis; la censura, giudice e insieme testimone di una stagione irripetibile del nostro cinema, in Scandalo in sala di Serafino Murri e Alexandra Rosati.

Quattro visioni sorprendenti, quattro files di memoria dal sapore di scoperta.

LUCE-CINECITTÀ AL TAORMINAFILMFEST:
013 NOTARI RADIO-1 (dragged) rSicilia, ‘43 di Folco Quilici.
Lo sbarco americano in quella calda estate cambiò il corso della storia italiana. In un giorno i nemici diventarono alleati. E viceversa.

L’ultima voce. Guido Notari di Enrico Menduni
La radio e il cinema celebravano i trionfi del fascismo. Dopo il crollo del regime e la guerra, la radio e il cinema raccontavano le speranze della Repubblica. La voce rimaneva la stessa: quella di Guido Notari, per 25 anni un protagonista assoluto, oggi perso nella memoria.

L'Imperatore di cartaL’imperatore di carta di Fabiana De Bellis
Nascita, avventure, rinascita del Marc’Aurelio. Una rivista satirica e una redazione in cui passarono Fellini, Steno, Age e Scarpelli, Scola, Zavattini. Incidentalmente, la fucina di un grande cinema italiano.

SIS - BERNARDO_BERTOLUCCI_ Foto Mario Amura rScandalo in sala, di Serafino Murri e Alexandra Rosati
Quarant’anni di storia del Paese e di “attentati” cinematografici all’immagine dell’Italia stabilita dal Potere. Con le parole di Moretti, Bertolucci, Bellocchio, Vittorio Taviani, e il racconto di un cinema che sapeva coinvolgere il pubblico fino a toccarne l’inconscio collettivo.

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