Ethan Hawke in crisi di coscienza in Good Kill.

La guerra contro il terrorismo sta forse creando più terroristi di quanti ne riesca ad uccidere?

Good Kill, pellicola di Andrew Niccol dedicata alla guerra con i droni del terzo millennio, dopo essere stata presentata alla scorsa Mostra d’arte cinematografica di Venezia, arriva nelle sale cinematografiche italiane a partire da giovedì 25 febbraio, con Barter Entertainment.

Tratto da una storia vera, Good Kill affronta la tematica più che mai attuale della guerra combattuta a distanza grazie alla tecnologia, nonché i dilemmi etici che ne conseguono. Al centro dell’indagine del regista, l’animo del protagonista e, contemporaneamente, di tutti coloro che si ritrovano a uccidere semplicemente premendo un pulsante, nell’anonimato e nella tranquillità di un cubicolo a migliaia di chilometri di distanza dagli obiettivi.

Good Kill è la storia di un soldato, un pilota di caccia che si trova, quasi improvvisamente, a pilotare droni a Las Vegas. Dopo aver combattuto a distanza contro i Talebani per dodici ore torna a casa, in periferia, per litigare con moglie e figli per le restanti 12 ore del giorno. Il pilota inizia a mettere in discussione la missione.

Protagonista del film è Ethan Hawke, nei panni del Maggiore Tommy Egan, veterano dell’aeronautica militare con diverse missioni all’attivo in Afghanistan. Egan, abituato a combattere in prima linea solcando i cieli a bordo dei caccia dell’esercito statunitense, si trova ad affrontare un cambio radicale nella sua vita professionale: dovrà infatti affrontare il nemico non più nell’abitacolo di un aereo, ma da remoto, pilotando dei droni. Il passaggio dall’adrenalinica azione sul campo all’uso di uno strumento che gli permette di uccidere da un ufficio a Las Vegas finisce per alienare Tommy dalla realtà che lo circonda, famiglia compresa. Accanto ad Ethan Hawke, nel cast anche Bruce Greenwood, January Jones, Zoë Kravitz e Jake Abel.

Good Kill, espressione nota tra i militari americani, rappresenta a tutto tondo il tormento dell’uomo causato da uno strumento che lo aliena dalla realtà, che procura in lui dilemmi di tipo etico e morale, che uccide a distanza, freddamente e senza nessun tipo di percezione. Ambientato nel momento di picco della guerra fatta con i droni, il film porta alla luce un problema tristemente attuale.

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