Quattro globi d’oro per tre manifesti

Molta delusione per l’italiano Luca Guadagnino che con “Chiamami col tuo nome” ambiva a uno dei premi della 75esima edizione dei Golden Globes. Il miglior film dell’anno è invece Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (Tre manifesti a Ebbing, Missouri, in uscita italiana l’11 gennaio) di Martin McDonagh.

FRANCES MC“Tre manifesti a Ebbing, Missouri” è il racconto su una madre che chiede giustizia (attraverso l’affissione di tre cartelloni pubblicitari) e denuncia l’inerzia dell’indagine della polizia dopo l’omicidio di sua figlia. Il film ha ottenuto in tutto quattro premi, compreso quello per la migliore attrice, Frances McDormand, per la sceneggiatura del regista, Martin McDonagh e l’attore non protagonista Sam Rockwell.

“Big Little Lies” diretto da Jean-Marc Vallée è stato invece il vincitore nelle categorie TV con altrettanti trofei: miglior mini serie tv, attrice protagonista (Nicole Kidman), attrice e attore non protagonisti (Laura Dern e Alexander Skarsgard).

Prevedibile anche il risultato di The Shape of Water (La forma dell’acqua, uscita italiana prevista per il 15 febbraio), già Leone d’oro a Venezia 2017, che ha visto riconosciuto il Globe al regista Guillermo del Toro e ad Alexandre Desplat per la colonna sonora, mentre il medesimo numero di riconoscimenti ottenuti da Lady Bird (in Italia dall’1 marzo), esordio alla regia di Greta Gerwig, ha rappresentato forse la sorpresa della serata: miglior commedia o musical e miglior attrice protagonista di commedia o musical a Saorsie Ronan.

Per il cinema d’animazione l’HFPA ha scelto di premiare Coco della Pixar, mentre sul versante dell’opera in lingua straniera a ricevere gli onori è stato – fuori programma – il turco-tedesco Fatih Akin per il suo Aus dem Nichts: una scelta discutibile a fronte di titoli meglio riusciti come, ad esempio, il russo Loveless, ma probabilmente motivata dalla tematica giustizialista al femminile.

GARY OLDMANIl premio come miglior attore protagonista drammatico è andato a Gary Oldman, per il suo ruolo di Winston Churchill in Darkest Hour (uscita italiana il 18 gennaio tradotto letteralmente in L’Ora più buia), mentre miglior attore per una commedia o musical è andato a James Franco per The Disaster Artist (da lui anche diretto). Infine, per l’interpretazione femminile da non protagonista a trionfare è stata Allison Janney per I, Tonya (che in Italia vedremo dal 22 marzo).

Sul fronte televisivo, la vittoria è andata a Elizabeth Moss per The Handmaid’s Tale, la serie tv drammatica peraltro premiata col Golden Globe nella sua categoria.

A bocca asciutta, quindi, resta l’Italia che concorreva a ben tre Golden Globes per Call Me By Your Name di Luca Guadagnino (miglior film drammatico, attori protagonista e non), ma anche con Helen Mirren e Donald Sutherland protagonisti di Ella & John di Paolo Virzì (uscita italiana il 18 gennaio) e con la serie tv The Young Pope di Paolo Sorrentino.

Considerati antesignani degli Oscar, di cui spesso annunciano le scelte, i Golden Globe vengono assegnati dai giornalisti della stampa straniera a Hollywood.

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