Contromano da Milano al Senegal

contromano-2018Mario Cavallaro si sveglia tutte le mattine nello stesso modo, nella stessa casa, nello stesso quartiere, nella stessa città, Milano. Ha appena compiuto cinquant’anni. Mario ama l’ordine, la precisione, la puntualità, il rispetto, il decoro, la voce bassa, lo stare ognuno al proprio posto. La sua vita si divide tra il suo negozio di calze ereditato dal padre e un orto, unica passione conosciuta, messo in piedi sul terrazzo della sua abitazione. Ogni cambiamento gli fa paura, figuriamoci se il suo vecchio bar viene venduto ad un egiziano e se davanti alla sua bottega arriva Oba, baldo senegalese venditore di calzini.

Quel che è troppo è troppo e per Mario la soluzione è semplice e folle allo stesso tempo: “rimettere le cose a posto”. Così decide di rapire Oba per riportarlo semplicemente a casa sua, Milano-Senegal solo andata. In fondo, pensa, se tutti lo facessero il problema immigrazione sarebbe risolto, basta impostare il navigatore. Ma poi questo paradossale on the road si complicherà terribilmente. Anche perché Oba acconsentirà alla sua “deportazione” a patto che Mario riaccompagni a casa anche la sorella, Dalida. Saranno guai seri o l’inizio di una nuova imprevista armonia?

Al cinema dal 29 marzo arriva il primo film sull’immigrazione al contrario, Contromano, appunto. Antonio Albanese è l’autore di questa nuove inversione di tendenza e anche il protagonista della commedia distribuita da 01 distribution e prodotta da Fandango con Rai Cinema. Il film è scritto insieme ad andrea Salerno, Stefano Bises con la collaborazione di Makkox (Marco D’Ambrosio).

Tutto nasce da una chiusura, un’implosione, accumulata negli anni. Il viaggio, invece, il contatto con culture diverse, fa aprire le ali e spiccare il volo dalla consuetudine, è salvifico.

“Uno alla volta vi riportiamo a casa tutti”, sembra uno slogan di un partito nazionalista e, invece, è solo l’ironico buon senso che muove l’uomo comune, interpretato dall’alter ego di Albanese, una sorta di Epifanio, metodico, solitario e ultra esasperato commerciante. “Contromano nasce dal desiderio sociale come spettatore di raccontare in maniera diversa un tema così impetuoso, con garbo e leggerezza, che non è una parolaccia, partendo da un’idea paradossale e ironica, un rapimento” spiega Albanese durante la presentazione stampa a Roma. “L’ostilità esasperata verso gli immigrati, molto diffusa nella società di oggi, anche se a volte può avere delle giustificazioni, mi spaventa, mi addolora e mi indebolisce. Ho paura soprattutto quando sento parlare di muri: quelli non solo dividono ma generano rabbia, vendette, malumori, comportamenti difficili da sradicare, che durano decenni. Per questo abbiamo cercato di raccontare il dialogo, non solo il dolore”.

contromano 1Il protagonista dimostra come si è razzisti e intolleranti verso gli immigrati, ma non verso le belle immigrate e, così, mentre da una parte vuole ‘disfarsi’ del venditore ambulante Oba, dall’altra vorrebbe trascorrere il suo tempo con la ‘sorella’, l’avvenente attrice e cantante francese (originaria del Benin) Aude Legastelois, della quale si innamora follemente.

“Nella storia, che nasce da un’osservazione quotidiana mia e degli altri sceneggiatori – aggiunge Albanese, che si definisce ‘figlio dell’immigrazione’ – c’è l’incontro fra due solitudini diverse, quella di Mario, che rappresenta l’Occidente, onesto ma diffidente, e quella di Oba e Dalila che hanno lasciato la loro terra. A unirli è il dialogo, l’esperienza comune”.

In contromano anche un messaggio ‘politico’ sull’importanza di valorizzare il territorio africano, dando così a tante famiglie la possibilità di mantenersi e crearsi reddito “a casa loro”. Ma la casa può essere di tutti, anche di chi non è nato in Africa.

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