Hostiles: tutti sono ostili, nessuno escluso

Wes-Studi-and-Christian-Bale-in-HostilesLacrime e sangue in un western brutale e meraviglioso fino all’ultimo fotogramma. Dal 22 marzo al cinema Ostili (Hostiles), il film scritto e diretto da Scott Cooper che vede protagonisti Christian Bale e Rosamund Pike e che ha sorpreso il pubblico alla XII Festa del cinema di Roma.

Il quarto lungometraggio del regista e sceneggiatore statunitense, autore di Crazy Heart, Out of the Furnace e Black Mass, è un western drammatico e non convenzionale che esplora, con straordinaria intensità, uno dei temi più frequenti e complessi affrontati dal genere: il rapporto con i nativi americani. Ambientato nel 1892, Ostili segue il viaggio di un capitano dell’esercito che scorta un vecchio capo Cheyenne (Wes Studi) e la sua famiglia fino alla terra natia nel Montana.

I due vecchi rivali affrontano un viaggio di proporzioni simili all’Odissea, mille miglia di cammino da Fort Berringer, un isolato accampamento nel Nuovo Messico, alle praterie del Montana. Durante il viaggio incontreranno una giovane vedova, i cui cari sono stati assassinati in quelle pianure, e insieme dovranno sopravvivere a quel paesaggio spietato e alle ostili tribù Comanche.

Impegnati a collaborare, per sopportare e sopravvivere, i due antagonisti sono costretti ad affrontare i propri pregiudizi gli uni verso gli altri, e si rendono conto che le loro differenze peggiori erano state create da forze al di fuori del loro controllo. La loro trasformazione – da uno stato di antagonismo e di paura a uno di compassione e tolleranza – diventa la testimonianza della resilienza dello spirito umano e della nostra capacità di cambiamento. E’ lo stesso concetto che ha reso un capolavoro il film di Clint Eastwood ‘Gran Torino’, qui in salsa western, ma che potrebbe anche essere facilmente ambientata a Kandahar o a Baghdad: il tuo vecchio nemico, oggi è tuo fratello.

“Ho sempre voluto fare un western”, dice Scott Cooper, “ma volevo farlo alle mie condizioni e volevo che avesse una reale rilevanza su quanto stia succedendo in America oggi, con tutte le questioni sulla razza e la cultura. Sappiamo tutti quali maltrattamenti abbiano subito i nativi americani e lo si può vedere anche adesso con le persone di colore. Quel testo parlava di questioni universali”.

“Ho immaginato Fort Berringer come se fosse Abu Ghraib. Le condizioni erano inumane per i prigionieri e i carceri eri non erano addestrati per essere delle guardie carcerarie. Erano stati addestrati per combattere” conclude Cooper.

christian bale hostilesBale sviluppa un ricco ventaglio emotivo per Blocker, un uomo che ha assorbito il trauma di decenni di battaglia, tanto da esserne stato deformato. Di conseguenza, la lotta del personaggio, con un’oscurità tipica da disturbo post traumatico, è palpabile. “Ha sempre avuto questa solida convinzione che tutto quello che facesse fosse giusto, ma poi gli crolla tutto addosso”, dice Bale. “E allora c me fa una persona così a guardarsi indietro e mettere in discussione tutto quello in cui crede?” Blocker capisce di essere solo la pedina di un gioco, e lui è stanco di giocare. Quando lo obbligano a scortare Falco Giallo, l’uomo responsabile dell’uccisione di molti dei suoi uomini, si tira indietro, accetta solo sotto minaccia di Corte Marziale. Ecco come viene ripagato dopo una vita di sacrifici al servizio della nazione. Mentre il viaggio diventa sempre più impegnativo, Blocker scopre che gli Cheyenne sono simili ai suoi uomini: non importa se si piacciano gli uni gli altri, devono fidarsi tra loro se vogliono rimanere vivi. Questa è la scintilla che porta al suo doloroso risveglio. “È difficile per lui smettere di combattere” osserva Bale. “Soprattutto dopo che ha perso tante persone care. Ma allo stesso tempo comincia a capire che anche gli Cheyenne hanno perso tutto. Falco Giallo non ha più una tribù. Blocker è in grado di accompagnarlo verso la civilizzazione perché scopre la sua umanità”. Cooper scrisse il personaggio di Falco Giallo con Wes Studi in mente. “Wes è uno dei nostri grandi attori”, esprime Cooper , “e se non l’avessimo avuto, non so se avrei fatto il film. Era così importante per raccontare questa storia. Penso che sia bravissimo in questo ruolo. Trasmette quel tremendo potere e pathos che il personaggio di Falco Giallo richiede”. La storia di Falco Giallo è tragica. Il suo popolo è stato trucidato o si è disperso, e quando lo incontriamo nel film, ha trascorso sette anni della sua vita insieme a sua moglie, suo figlio, la nuora e il nipote, incarcerato in una cella a Fort Berringer. La sua liberazione non è gioiosa. Sta morendo di cancro e la via verso casa è pericolosa. Gli ordini di Blocker sono quelli di portare i membri sopravvissuti della famiglia alla riserva – ma non dare loro la libertà. Studi, attore di straordinaria portata emotiva, crea un personaggio meditativo che non è caratterizzato dalla sofferenza storica. Il suo Falco Giallo può essere pragmatico, ma è anche profondamente espressivo e conserva la sua dignità di fronte a tutte quelle umiliazioni costanti. Determinato ad avere la fine che ha scelto – a casa e con la sua famiglia – Falco Giallo si rende conto che deve riconciliarsi anche con quell’uomo. “Il rapporto di Falco Giallo con Blocker è molto complicato”, dice Studi. “Loro avevano combattuto per anni, l’esercito americano e gli Cheyenne, per le terre e le risorse, così come vediamo i soldati che combattono per interessi sociali anche tutt’oggi. Il cambiamento avviene quando lui e Blocker si rendono conto che ciò che hanno fatto non è dipeso dalla propria volontà. Tutto è stato a vantaggio di qualcun altro. Detto questo, non hanno comunque intenzione di stabilire un legame”, continua. “Ma combatteranno insieme per sopravvivere”.

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