Elemental dalla A alla Z

FIRE AND WATER – © 2022 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

È facile immaginare che il vento abbia un caratteraccio o che il fuoco sia arrabbiato. Un allegro mazzo di fiori riuscirebbe sicuramente a migliorare la giornata di un solitario vaso di terra. E l’acqua potrebbe essere calma e controllata un giorno, e andare estremamente di fretta il giorno successivo. “E se gli elementi che tutti conosciamo fossero vivi?”, si chiede il regista Peter Sohn.
Il film Disney e Pixar Elemental è un nuovo lungometraggio originale ambientato a Element City, dove gli abitanti di fuoco, acqua, terra e aria vivono insieme. La storia introduce Ember, una tenace, acuta e “ardente” giovane donna, la cui amicizia con un ragazzo di nome Wade, divertente, sdolcinato e “che segue la corrente”, mette alla prova le sue convinzioni sul mondo in cui vivono e sul tipo di persona che vuole essere.

Sohn afferma che la storia, che per lui è estremamente personale, è nata dal disegno di un personaggio di fuoco che interagiva con un personaggio di acqua. Ha immaginato un’amicizia inaspettata tra questi personaggi, una relazione che avrebbe sicuramente creato imbarazzo, battutine e divertenti passi falsi. “Ho cominciato a ispirarmi anche alla mia relazione con mia moglie: io sono coreano e lei è americana, per metà italiana”, afferma Sohn. “All’inizio ho nascosto la nostra relazione ai miei genitori, che erano persone all’antica e volevano che sposassi una coreana. Le ultime parole che mia nonna mi disse prima di morire furono letteralmente ‘Sposa una ragazza coreana!’”.

Col tempo, i genitori all’antica di Sohn hanno accettato questa relazione, scoprendo di avere molte cose in comune con la famiglia della loro futura nuora. Hanno anche ispirato un altro aspetto importante della storia, afferma il regista. “La storia parla dell’idea di comprendere i nostri genitori come persone. Questo ci permette di apprezzare i sacrifici che i genitori fanno per i propri figli. I miei genitori sono emigrati dalla Corea all’inizio degli anni Settanta, quindi io sono nato qui e sono cresciuto con le tradizioni, la lingua e la cultura coreane in una città estremamente americana come New York. Questo ha creato alcuni conflitti culturali tra la prima e la seconda generazione della nostra famiglia. Davo per scontate le sfide e le difficoltà che i miei genitori avevano dovuto affrontare”.

Proprio come Sohn, Ember è un’immigrata di seconda generazione: i suoi genitori sono emigrati da Fireland a Element City, dove Ember è nata e cresciuta. “Intraprenderà un viaggio alla scoperta della propria identità”, afferma il regista, “e arriverà a comprendere il significato di ciò che i suoi genitori le hanno dato”.

Uno dei momenti salienti del viaggio di Ember – e da molti punti di vista, la causa scatenante di questo percorso – è la sua divertente e fatidica amicizia con un ragazzo di acqua di nome Wade. “All’inizio Ember disprezza la città, ma Wade la aiuta a innamorarsi di tutto ciò che può offrirle”, afferma Sohn. “Abbiamo deciso di farle conoscere la città come accade in alcune delle mie commedie preferite, ovvero trovando opportunità per creare momenti divertenti”.

Ambientato in una città che riunisce elementi diversi, Elemental dimostra che gli opposti si attraggono. “È una commedia piena di sentimenti”, afferma la produttrice Denise Ream. “È una storia sulle relazioni – tra Fuoco e Acqua, tra i genitori e i loro figli, tra noi e i nostri vicini di casa, che forse non somigliano a noi. È in parte una commedia, in parte un viaggio familiare e in parte uno scontro culturale”.

Come spiega Ream, più di 100 immigrati di prima o seconda generazione che lavorano in Pixar si sono riuniti per parlare con i filmmaker delle loro esperienze. “È stato fenomenale”, afferma Ream. “La maggior parte di noi proviene da un altro paese. C’erano tantissime storie toccanti su quello che le persone avevano dovuto affrontare per venire in America: le storie delle loro famiglie. Non credo sia possibile spiegare l’impatto che tutto ciò ha avuto sulla nostra storia”.

Elemental è diretto da Peter Sohn e prodotto da Denise Ream, p.g.a., mentre Pete Docter è il produttore esecutivo. La sceneggiatura è di John Hoberg & Kat Likkel e Brenda Hsueh a partire da un soggetto firmato da Sohn, Hoberg & Likkel e Hsueh. La colonna sonora originale del film è stata composta e diretta da Thomas Newman.

Quando il regista Peter Sohn ha deciso di creare un mondo in cui abitanti fatti di fuoco, acqua, aria e terra avrebbero interagito tra loro, sapeva che si sarebbe trattata di un’impresa complessa. Ma non aveva la minima idea della sua reale complessità. “Non sapevo assolutamente in cosa mi stessi cacciando”, afferma il regista, ridendo. “Sapevo che i personaggi sarebbero stati complicati da realizzare, ma le mie previsioni sui personaggi più complessi si sono rivelate inesatte. Sapevo che ci sarebbero stati molti ostacoli ma mi sono avventurato in questo progetto con un’ingenuità speranzosa e tanto entusiasmo”.

Ovviamente, i Pixar Animation Studios sono stati costruiti su questo tipo di ingenuità, che permette a narratori come Sohn di spingersi oltre i limiti del possibile. Pensate ad esempio a Toy Story e all’idea impossibile di far prendere vita a giocattoli in tre dimensioni attraverso le tecnologie computerizzate e, pochi anni più tardi, al folle concetto di creare creature coperte di pelliccia in Monsters & Co. Le imprese tecnologiche sono uno dei marchi di fabbrica dello studio e hanno reso possibile la realizzazione di storie di pesci dalla memoria corta, genitori con superpoteri e scheletri pieni di emozioni. “Solitamente, quando si realizza un film di questo tipo, hai la possibilità di creare un solo mondo e una sola cultura, e generalmente anche una sola tipologia di personaggi”, afferma lo scenografo Don Shank. “In questo film, ne avevamo quattro”.

Prima di Elemental, un film con due protagonisti che sono letteralmente effetti visivi – uno di fuoco e uno di acqua – non sarebbe stato possibile. Il decreto di Sohn era irremovibile: Ember è letteralmente fatta di fuoco, non è un personaggio che prende fuoco. Wade è fatto di acqua, non è un recipiente che contiene dell’acqua. Non ci sarebbe stata alcuna struttura scheletrica virtuale ad ancorare i personaggi, ma al contempo, essi avrebbero avuto bisogno di muoversi e, impresa ancora più complessa, di comunicare emozioni in modo credibile e interessante, permettendo al pubblico di creare un legame con loro. “Quando Peter ci ha presentato il progetto, sapevamo che sarebbe stato estremamente complesso da portare a termine”, afferma il visual effects supervisor Sanjay Bakshi. “Ogni singola inquadratura di questo film vede la presenza di una simulazione del fuoco o dell’acqua, spesso simultaneamente. La portata degli effetti visivi è senza precedenti per un film Pixar”.

Come spiega la produttrice associata Krissy Cababa, gli effetti visivi sono quasi raddoppiati per Elemental, che ha richiesto il coinvolgimento di più di 50 artisti responsabili degli effetti. “Abbiamo aggiunto un nuovo dipartimento nella nostra pipeline”, afferma. “Abbiamo due squadre responsabili degli effetti visivi in questo progetto: una gestisce i classici effetti che vediamo in tutti i film, come ad esempio esplosioni o inondazioni, che hanno una presenza piuttosto significativa in Elemental. L’altra squadra, quella responsabile degli effetti dei personaggi, si è occupata di tutti i personaggi fatti di fuoco, acqua e aria. Quella squadra si è occupata di ogni singola inquadratura del film”.

L’effects supervisor Stephen Marshall, a capo della squadra responsabile degli effetti dei personaggi, afferma: “Un artista degli effetti si occupa di compiti specifici e quindi sa cosa fare. Ma per i personaggi, il discorso è completamente diverso, perché bisogna assicurarsi che gli effetti non distolgano il pubblico dalle performance dei personaggi animati. I personaggi sono sottoposti a un esame molto più minuzioso e il numero di inquadrature che abbiamo dovuto gestire era molto più alto rispetto al solito”.

Per realizzare questi complessi personaggi – e le ambientazioni altrettanto complesse in cui si muovono – è stata introdotta una fase di produzione aggiuntiva, in cui sono state create simulazioni degli effetti sui personaggi in ogni inquadratura del film. Inoltre, i filmmaker hanno modificato la pipeline così da poter dedicare più tempo alla gestione dei numerosi effetti visivi e delle complesse esigenze dell’illuminazione.

Tutto ciò, ovviamente, era al servizio della storia. Gli artisti, gli autori e i tecnici hanno lavorato a stretto contatto per rendere possibile la visione di Sohn, che voleva raccontare le vicende di una giovane donna di fuoco e del suo speciale viaggio di scoperta personale accanto a un tranquillo ragazzo di acqua. “Se prendessimo Peter Sohn e lo dividessimo in due personaggi distinti”, afferma lo story supervisor Jason Katz, “otterremmo Ember e Wade”.

I personaggi:
EMBER LUMEN è una brillante ragazza di fuoco sulla ventina con un grande senso dell’umorismo, che a volte si infiamma facilmente. Non ha molta pazienza e nutre un grande amore per la propria famiglia. Figlia unica di due immigrati, Ember è profondamente consapevole dei sacrifici che i suoi genitori hanno fatto per darle una vita migliore. È determinata a dimostrare loro il proprio valore e non vede l’ora di prendere in mano le redini dell’attività di famiglia, Il Focolare, quando suo padre Bernie andrà in pensione. La sceneggiatrice Kat Likkel afferma: “Ember è orgogliosa di essere una persona di fuoco ed è entusiasta che suo padre si fidi di lei per gestire il negozio quando lui andrà in pensione. Ma ci sarà un imprevisto che cambierà tutto”.

Questo imprevisto è ovviamente un ragazzo di acqua che nella vita ama lasciarsi trasportare dalla corrente, che ispirerà Ember a esaminare più da vicino la propria vita e le sue passioni creative nascoste. Quest’idea è profondamente legata alla vita privata del regista Peter Sohn. “Lavorare in ambito artistico era leggermente più difficile nella mia famiglia”, afferma Sohn. “Si dava per scontato che avrei fatto un lavoro professionale come il medico, l’avvocato o l’uomo d’affari, e io non stavo intraprendendo nessuna di quelle strade. Volevo lavorare nel mondo dell’arte, ma i miei genitori non conoscevano quell’ambiente e non capivano come fosse possibile guadagnarsi da vivere come artista. Ma questa storia non parla dei genitori di Ember che le dicono di no: è lei in prima persona a farlo. Per me e i miei genitori si è trattato di un conflitto esterno, mentre lei lo vive nella sua interiorità: credo che questo sia molto interessante”.

“Essendo cresciuta in città, Ember ha un certo livello di senso pratico”, prosegue Sohn. “A volte però non riesce a rapportarsi con gli altri e va in confusione. Tuttavia, il suo temperamento non è così problematico come lei pensa. Wade le offre alcune delle sue teorie in proposito”.

Dal punto di vista tecnico, dare vita a Ember è stata una delle sfide più grandi del film. Secondo il visual effects supervisor Sanjay Bakshi, gli sforzi non riguardavano soltanto la creazione del fuoco. “Il personaggio doveva essere in equilibrio tra la stilizzazione e la rappresentazione accurata del fuoco, e questo non è stato semplice”, afferma. “Ember somiglia al fuoco, ma non somiglia al tipo di fuoco che vediamo nelle fotografie o nelle riprese. È una raffigurazione artistica del fuoco, che la rende credibile ma al tempo stesso ci invita a guardarla negli occhi, a osservare le sue espressioni, a essere catturati dalla sua interpretazione”.

WADE RIPPLE non ha paura di mostrare le sue emozioni: infatti, è difficile non notarle. Un empatico ragazzo di acqua sulla ventina, Wade è dotato di un grande spirito d’osservazione ed è bravissimo ad ascoltare: trabocca letteralmente di compassione per gli altri. Ha un rapporto molto stretto con la sua famiglia, un vivace gruppo di individui insolitamente emotivi alla ricerca di opportunità per condividere le proprie emozioni. “Wade è un tenerone”, afferma il regista Peter Sohn. “È il classico personaggio che piange persino di fronte a uno spot pubblicitario di pannolini: è estremamente emotivo. La cosa che amo di lui è che è un personaggio trasparente, letteralmente e figurativamente: sappiamo sempre cosa prova. Wade non nasconde nulla”.

“Ci piaceva l’idea di fargli rivestire due ruoli per Ember”, afferma il regista. “Per prima cosa, non la giudica mai e quindi rappresenta una sorta di luogo sicuro per lei. Wade è anche un personaggio specchio: sfruttiamo molto la sua riflessività. Da molti punti di vista, Wade è stato creato per aiutare Ember a vedere se stessa. Il suo scopo non è insegnarle qualcosa o guidarla: è semplicemente uno specchio che permette a Ember di vedere una nuova versione di se stessa”.

Wade lavora come ispettore per Element City. Non è esattamente un tipo ambizioso in termini di carriera ma prende molto sul serio il proprio lavoro, anche se deve emettere dei biglietti per delle brave persone. “Potrebbe sembrare che la sua vita non prenda una direzione ben precisa”, afferma lo story supervisor Jason Katz. “Passa continuamente da un lavoro all’altro: è un farfallone, ma è anche molto a suo agio con se stesso. È raro incontrare una persona così desiderosa di creare un legame con il prossimo fin da subito. Wade è molto affettuoso. La sua intelligenza emotiva è fuori dal comune ed è bravissimo ad ascoltare. È semplicemente un ragazzone coccoloso, per quanto sia possibile coccolare l’acqua”.

Sohn afferma che, dal punto di vista tecnico, Wade è stato il personaggio più complesso da realizzare. “È fatto di acqua”, afferma il regista. “Ma mentre lavoravamo al giusto look, somigliava a qualsiasi cosa tranne che all’acqua. Se i movimenti erano troppo lenti, sembrava fatto di gelatina. Quando abbiamo iniziato a testare per la prima volta la loro illuminazione, i personaggi di acqua apparivano completamente trasparenti”.

Il character supervisor Junyi Ling spiega che il design di Wade è il culmine di una serie di piccole scelte. “Ci sono scelte relative al colore, scelte relative alla forma: per esempio la forma dei suoi capelli, delle sue labbra, del suo corpo… è un personaggio completamente unico”, afferma Ling, aggiungendo che era importante che la stilizzazione di tutti i personaggi fosse coerente. “Volevamo che fosse chiaro che Wade e Ember facevano parte dello stesso film”.

Il character supervisor Jeremie Talbot aggiunge: “Per i personaggi fatti di acqua, fuoco e aria, Peter [Sohn] ci ha messo di fronte a una grande sfida: non voleva che sembrassero dotati di uno scheletro. Solitamente, i nostri strumenti servono a costruire personaggi in carne e ossa. I personaggi di fuoco e i personaggi di acqua non hanno le ginocchia e i gomiti in posizioni fisse come gli esseri umani. Quando Wade cammina, il suo piede può apparire e scomparire: tutta la sua gamba può sparire, formare un blob e riapparire. È una caratteristica che può essere controllata dall’animatore. È stato molto complesso privare i nostri personaggi di una struttura fissa per permettere loro di muoversi in modo più dinamico”.

Gli artisti volevano fornire a Wade delle caratteristiche identificabili e divertirsi con il suo look e il suo stile. La character & look development art director Maria Yi afferma: “Abbiamo dedicato molta attenzione, cura e amore ai capelli di Wade. Volevamo che si muovessero senza però distrarre gli spettatori. Questo ci aiuta a ricordare al pubblico che il personaggio è fatto di acqua”.

Secondo l’animation supervisor Michael Venturini, anche le sopracciglia erano un aspetto fondamentale della performance generale di Wade. “Peter non voleva che le sopracciglia sembrassero dipinte sull’acqua”, afferma Venturini. “Voleva che fossero trasparenti e rappresentassero una sorta di punto luce. Abbiamo utilizzato spessissimo le sopracciglia per mettere in luce i sentimenti di Wade, quindi abbiamo svolto numerosi esperimenti per dare alle sue sopracciglia un aspetto che fosse in linea con il resto del suo design, e per assicurarci che avessero il livello di emotività che desideravamo. I suoi occhi hanno richiesto lo stesso livello di attenzione dato che sono estremamente vitrei per comunicare una sensazione acquosa. Volevamo che i suoi occhi spiccassero e che la sua fronte mostrasse chiaramente le sue emozioni”.

BERNIE LUMEN è un elemento di fuoco con una personalità scoppiettante che brucia d’orgoglio. Adora il suo paese natale, sua figlia Ember e Il Focolare, il negozio che gestisce a Element City. Vent’anni fa, lui e sua moglie Cinder hanno lasciato Fireland per offrire una vita migliore alla loro unica figlia, portando con loro soltanto una fiamma blu che rappresenta il loro passato e il loro popolo. Il loro negozio di quartiere è diventato un punto di riferimento per tutti gli elementi di fuoco e Bernie attende con pazienza il giorno in cui la gestione del negozio passerà a sua figlia Ember.

“La cosa che amo del personaggio di Bernie è il fatto che abbia soltanto intenzioni meravigliose nei confronti di Ember”, afferma lo sceneggiatore John Hoberg. “Sarebbe stato molto più facile creare il classico padre autoritario che non approva sua figlia. È qualcosa che abbiamo già visto in passato, ma la storia di Peter non era così: suo padre era adorabile. Volevamo mostrare quella qualità nel film. Quindi abbiamo deciso che Bernie aveva abbandonato il suo paese natale per cercare una vita migliore, ma suo padre non approvava. E questo momento ha tormentato Bernie. Fin da allora, ha fatto di tutto per dimostrare di non aver abbandonato le proprie radici: il suo negozio è un omaggio a Fireland. Ma a causa di ciò, mette inconsapevolmente sotto pressione sua figlia, dando per scontato che lei prenda il suo posto: Bernie sta ripetendo gli errori di suo padre ma non se ne rende conto”.

CINDER LUMEN è una specie di “cupido” per gli abitanti di Firetown, grazie al suo dono naturale che le permette di fiutare il vero amore nel fumo delle persone di fuoco, che loro lo sappiano o no. Ha combinato numerose coppie ed è orgogliosa dei suoi successi, ma questa mamma brusca, pragmatica e tradizionalista non è ancora riuscita a trovare un compagno per sua figlia. “Cinder è dotata di grande empatia e comprende perfettamente ciò che Ember sta affrontando”, afferma la produttrice Denise Ream, che considera questo personaggio uno dei suoi preferiti. “Cinder crede nell’amore, che è particolarmente importante per il percorso di Ember”.

GALE è un elemento di aria con una grande personalità, un carattere tempestoso e un soffice colorito rosa. È la capa di Wade e si aspetta molto dai suoi impiegati: non è una persona arrendevole. Fuori dall’ufficio, Gale è una grandissima fan dei Meteorici, una squadra di Pallavento che gioca al Cyclone Stadium di Element City: finalmente sono arrivati ai play-off (evviva!). “Abbiamo immaginato che andasse dove la portava il vento”, afferma Hoberg. “Può essere felice e poi diventare furiosa in un battibaleno. Ma ha un gran cuore ed è piena di vita”.

Il character supervisor Jeremie Talbot spiega che era importante dare una forma ai personaggi di aria. Nel caso di Gale, questo significava creare qualcosa che somigliasse a un’acconciatura. “Dovevamo fornire delle guide che indicassero la grandezza delle nuvolette in cima e attorno alla sua testa, e di quelle che si trovavano attorno alle sue guance e alla sua bocca”, afferma. “Per animare questi personaggi, gli animatori dovevano avere un’idea dell’aspetto che avrebbero avuto in 3D, prima che i responsabili degli effetti visivi li trasformassero in vere nuvole”.

Come spiega l’effects supervisor Stephen Marshall, i personaggi di aria come Gale sono dei volumi. “Sono come un mix tra una nuvola e il vento”, afferma. “Nel film, ci sono alcuni momenti in cui questi personaggi si scompongono – sono leggeri, ariosi – e poi si riformano nuovamente. Si tratta di sequenze estremamente complesse perché questi personaggi sono formati da numerosissimi strati, tra cui una base soffice simile a una nuvola e un altro strato che presenta dettagli più vaporosi. Questi strati vanno poi mescolati affinché non sembrino elementi separati. Il rendering delle nuvole tende ad affievolire le cose e quando questo accade, i dettagli si perdono”.

BROOK RIPPLE è l’amorevole madre di Wade, che lo sostiene in ogni momento. È estremamente determinata e di successo, molto brava a notare il talento nel prossimo e a guidare gli altri. Un’architetta dotata di grande empatia per i problemi del prossimo, Brook sfrutta ogni opportunità per farsi un bel pianto. Infatti, tutta la sua famiglia ha il cuore tenero: condividere ed esprimere le proprie emozioni è la cosa più importante in casa Ripple. “La famiglia di Wade è molto progressista”, afferma il regista Peter Sohn. “Sono molto benestanti: vivono in quello che chiamiamo un attico con piscina, con tanto di portiere. Inoltre, amano molto l’arte e questo è particolarmente interessante per Ember”.

“Fin dall’inizio”, prosegue Venturini, “abbiamo cercato di capire che tipo di personaggio fosse e in che modo potesse completare Wade. Abbiamo capito che sono molto simili. Lui è tale e quale a sua madre, e lei è esilarante”.

CLOD è un giovane ragazzo di terra che vive a Firetown e tende ad apparire ogni volta che Ember è nei paraggi. Clod ha una dolcissima cotta nei confronti della sua ardente vicina di casa e non tenta nemmeno di nasconderla. È un ragazzino scaltro dall’animo affettuoso e gentile, e rivolge sempre frasi sdolcinate a Ember, ottenendo in cambio poco più di un sorriso e un rifiuto amichevole. Eppure, non si arrende. La sceneggiatrice Kat Likkel lo accomuna a un iconico personaggio Disney. “Clod è un po’ come il Grillo Parlante”, afferma Likkel. “Riesce a vedere in Ember qualcosa che lei non è ancora in grado di notare. La aiuta molto, in quel modo innocente tipico di un ragazzino con una cotta”.

Il character supervisor Junyi Ling spiega che, per creare i personaggi di terra, bisognava ridurli al loro elemento più basilare. “Dato che la terra è composta da piccoli granelli solidi, non si comporta come un elemento che può essere animato”, afferma Ling. “Abbiamo dedicato parecchio tempo a far sì che questi personaggi, che dovevano somigliare alla terra, si muovessero, si allungassero e si comprimessero in un modo che non fosse sgradevole. Sono personaggi divertenti con delle piante che crescono su di loro”.

Il tailoring & simulation supervisor Kristopher Campbell spiega: “I personaggi di terra sono fatti di terriccio e la vegetazione che cresce su di loro è un po’ come i loro abiti, o come una sorta di decorazione. La vegetazione che cresce sui personaggi di terra comprende querce, meli, conifere, cespugli, fiori o una combinazione di tutti questi elementi. Il naso di un personaggio somiglia al tronco di un albero: immagino che possano cambiare naso. Quando escono, possono rimuovere il loro naso da lavoro e indossare il loro naso da sera”.

FERN è un funzionario oberato di lavoro, esausto e ossessionato dalle regole che ha letteralmente messo le radici nel suo ufficio. Questo elemento di terra è ricoperto di rampicanti e non abbandona quasi mai la sua scrivania: il suo ufficio è un groviglio di tentacoli vegetali. Fern è secco e sarcastico, si muove lentamente e non sopporta gli sciocchi.

La character & look development art director Maria Ying afferma: “La base dei personaggi di terra è fatta di terriccio, che rappresenta il loro corpo e la loro anima. Su di esso, possono crescere piante di tutti tipi, persino cactus, alberi giganteschi, pini… sono un po’ come i loro capelli, le loro unghie, i loro vestiti o i loro gioielli”.

“Per prima cosa”, prosegue Yi, “dovevamo determinare di che tipo di terra fosse fatto ciascun personaggio: se un personaggio era più sabbioso, aveva senso che su di lui crescessero piante più asciutte rispetto a quelle che sarebbero nate su un terreno umido e scuro, simile a quello di una foresta pluviale”.

Campbell spiega che questa vegetazione ricca di stile doveva essere costruita, stilizzata e simulata, proprio come accade per i capelli o i costumi di un personaggio umano. “Per i personaggi di terra, abbiamo essenzialmente confezionato vegetazione su misura”, afferma. “I tronchi principali sono stati creati dal reparto addetto al modeling dei personaggi, ma tutto ciò che era più piccolo di un tronco – rami, ramoscelli, foglie – è stato generato dal nostro dipartimento”.

“Lo abbiamo fatto per diverse ragioni: soprattutto, questo ci ha consentito di inserire tutti questi dettagli in un sistema di simulazione dei movimenti”, prosegue Campbell. “Questi alberi si muovono in modo piuttosto realistico: volevamo che la vegetazione che cresceva sui personaggi avesse un aspetto altrettanto reale”.

FUTURE’S SO BRIGHT © 2023 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

Quando il regista Peter Sohn studiava scienze da piccolo, la sua immaginazione da futuro filmmaker aveva già iniziato a scatenarsi. “Alle medie, quando studiavo la tavola periodica, non la vedevo come una tavola periodica”, afferma Sohn. “L’ho sempre immaginata come un complesso di appartamenti. La tavola periodica aveva una forma molto buffa, che ricordava quella di un palazzo: quei piccoli quadratini erano la casa di qualcuno. L’argon viveva accanto all’idrogeno: erano vicini di casa”.

Diversi decenni più tardi, Sohn è tornato a riflettere su quest’idea mentre sviluppava la storia e il look di Elemental. “Mi sono limitato a rappresentare gli elementi classici: fuoco, acqua, aria e terra. Non è facile creare situazioni divertenti con un elemento come il bario”, afferma scherzando. In tutta la città, ci sono alcuni riferimenti alla prima ispirazione di Sohn. “Alcune parti della città somigliano alle provette del kit di un chimico. C’è un parco che ha la stessa forma della tavola periodica”.

La città celebra tutti gli elementi. “È una città piena di speranza, che punta a formare relazioni interessanti tra tutti gli elementi”, afferma Sohn. “L’acqua può aiutare la terra a far crescere materiali per alimentare il fuoco. L’aria fornisce ossigeno al fuoco. Ovviamente, a volte possono esserci dei conflitti tra gli elementi”.

“Element City ha una gerarchia”, prosegue Sohn. “La prima comunità ad arrivare fu l’acqua, che quindi rappresenta l’infrastruttura di base della città. Il gruppo successivo è stato la terra: la città è costruita su un delta in cui terra e acqua si incontrano. Poi è arrivata l’aria e infine il fuoco. Questo presenta anche due vantaggi: Element City rappresenta un ostacolo per Ember, dato che la sua infrastruttura basata sull’acqua è difficile da navigare per gli elementi di fuoco, ma le svela anche un mondo inesplorato pieno di bellezza e opportunità”.

Lo scenografo Don Shank aveva il compito di utilizzare tutto ciò che Sohn aveva immaginato per creare il mondo di Elemental. Shank e la sua squadra si sono basati su numerose località per catturare l’essenza di Element City. “È stata una sfida più difficile del previsto”, afferma Shank. “Abbiamo esaminato numerosi grandi città in tutto il mondo, soprattutto quelle costruite sui canali come Venezia o Amsterdam. E anche se Peter aveva detto che la città non era basata su New York, è comunque una storia che parla di immigrati e New York è la sua città natale. Tutti noi ci ispiriamo a ciò che conosciamo per creare le nostre storie”.

Element City, come molte altre città, è composta da vari distretti. Firetown, l’ultimo distretto a essere creato, è la casa di Ember, della sua famiglia e di molti altri personaggi di fuoco. Il resto della città ha dei distretti dedicati all’acqua, all’aria e alla terra, ma poiché tutti questi elementi vivono in città da diverse generazioni, queste aree sono più diversificate. Dato che la città è stata fondata dagli elementi di acqua, il trasporto principale è un sistema di canali, anche se nel corso degli anni ciascun elemento ha introdotto dei mezzi di trasporto differenti. “In realtà, non abbiamo immaginato questa città come un melting pot”, afferma Shank. “Non volevamo creare un mondo omogeneo. Volevamo celebrare tutte queste culture e questi personaggi diversi che vivono e lavorano insieme”.

Lo scenografo spiega che gli artisti hanno impiegato diversi stratagemmi per aiutare il pubblico a identificare facilmente tutti i distretti. L’acqua è generalmente blu, il fuoco è rosso e arancione, la terra è verde. “L’aria tende a essere viola, traslucida, color lavanda o rosa”, aggiunge Shank. “Ma è tutto molto sottile: nessun luogo è dominato da un solo colore. Non volevamo esagerare”.

Gli altri metodi usati per differenziare le varie aree comprendono lo stile degli edifici. Le aree abitate dagli elementi di terra, afferma Shank, sono ricche di vegetazione e terrazze. “La forma di un determinato edificio potrebbe ricordare un gigantesco pino”, afferma. “Le aree abitate dall’acqua hanno tantissime cascate, con l’acqua che scende lungo i lati degli edifici. In queste aree, le strutture sembrano fatte di vetro e sono traslucide e scintillanti. Per le aree abitate dall’aria, abbiamo sfruttato elementi come le eliche o qualsiasi altra cosa che ci permettesse di mostrare il movimento dell’aria. Ci siamo ispirati molto agli aquiloni, alle nuvole e al vapore. Il Cyclone Stadium ha la forma di un gigantesco tornado”.

Per Firetown, gli artisti hanno incorporato forme che ricordavano utensili da cucina come pentole e forni. Gli artisti hanno incorporato una grande quantità di metallo e pietra, tutti materiali con cui i personaggi di fuoco possono interagire senza causare danni. “In origine, il quartiere di Firetown era stato creato dagli abitanti di terra”, afferma Shank, “ma nel corso degli anni è stato adottato dal fuoco. Ci sono molti edifici di terra che sono stati modificati. Credo che questo renda Firetown più interessante”.

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