Guardare un film di Woody Allen è come essere fuori dal tempo presente. Il regista è sempre stato prolifico come pochi altri suoi colleghi, ma non è mai cambiata la sua dialettica di fondo, fatta di riflessioni sagaci sulle relazioni di coppia o sui propri drammi interiori; sia che si tratti di storie plausibili come “Manhattan” o “Io ed Annie” o più astratte come “Midnight in Paris”, lo stile rimane sempre molto riconoscibile.
Nel suo ultimo film, “Coup de Chance”, Allen pende più verso la plausibilità, ma guarda con ironia alla natura del caso, esamina gli spaccati di vita personali di due o più personaggi ed intreccia le loro storie allo stesso modo in cui gioca con i generi scelti.
Con sullo sfondo una Parigi autunnale dal grande impatto scenico, il caso fa rincontrare Alain (Niels Schneider) e Fanny (Lou de Laage). I due non si vedono dagli anni del liceo, ma non impiegano molto tempo a ritrovare un’intesa e ad innamorarsi come se tutto quel tempo non fosse passato. Il film si allontana dalle velleità in stile “Before Sunset” di Linklater ed assume presto dei lievi tratti da poliziesco, quando Jean (Melville Poupaud), l’attuale marito di Fanny, inizia ad investigare sulle attività della moglie.
Coup de Chance, oltre ad avere elementi sia da giallo che da storia d’amore, ha un’anima da commedia, la cui comicità è scaturita dall’ironia dell’assurdità delle situazioni casuali. Eppure, questo resta un film molto posato ed elegante. Si percepisce l’amore di Allen per la Nouvelle Vague e la sua voglia di trasportare il pubblico con il fascino d’epoca ed i ritmi d’altri tempi. Ne consegue un lavoro sofisticato ed encomiabile, soprattutto considerando che il film è stato interamente girato in francese, ma non tra i più ispirati del regista.
Si sorride più per l’arguzia degli scambi tra i personaggi che per una forte vena comica o per situazioni davvero interessanti, ma si rimane soddisfatti di come, alla fine, il caos beffardo ridia ordine alle cose con un solo, grande, colpo di fortuna. Allen fa risplendere un intreccio poco appassionante proprio grazie alla consapevole scrittura di vizi e virtù dei propri personaggi, oltre che grazie all’uso di una fotografia avveduta che dà corpo alle scene, colorando con toni freddi lo sterile appartamento borghese di Jean e Fanny, o usando toni caldi per le vie parigine che attraversano la donna ed Alain.
Se è vero che “Coup de Chance” non sia un film molto incisivo per via della sua natura da pastiche, è un’esperienza che solletica intellettualmente chi è fan di un certo tipo di cinema, perché inscenata con carisma da chi il cinema lo conosce e lo ama follemente.