Desktop, il nuovo cortometraggio di Michele Pastrello.

Sarà presentato durante il 34° Fantafestival di Roma, che si svolgerà tra il 14 e il 18 Luglio, Desktop, il nuovo cortometraggio di Michele Pastrello.

Cover Desktop PastrelloCon all’attivo diverse opere che riflettono in maniera originale e molto personale sulle ossessioni e le paure contemporanee degli esseri umani, Pastrello stavolta cambia registro. Desktop, infatti, pur rientrando in pieno e con coerenza nell’iter filmico del regista veneto, si pone l’obiettivo di raccontare una storia in poco più di 3 minuti. Una storia articolata e complessa, tra l’altro, che gioca con il concetto di solitudine e lo traspone con diverse sfaccettature.

Due storie, due personaggi, due realtà differenti, opposte e alternative. Un uomo vive, non senza difficoltà, in una baita in montagna, tra la neve… solo. Una donna è inquadrata nella sua quotidianità mentre si lava, fa colazione, si prepara e va a lavoro… sola. Ma le due solitudini trovano un punto d’incontro.

Questa è l’ermetica descrizione di Desktop e di più non si può dire perché, malgrado il pochissimo tempo a disposizione e la complessità di fondo, non mancano neanche colpi di scena.

Chiedendo allo stesso regista cosa sia Desktop, lui ci rivela che il fulcro di tutto è unDesktop Michele Pastrello incontro che “è al contempo la storia di due solitudini lontane che si afferrano e intrecciano, solamente che il contatto non è quello solito che si è abituati a vedere o immaginare – dice Pastrello – ma è un contatto di anime, un po’ come diceva Coelho in una sua riflessione: ‘gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano. Generalmente essi avvengono quando arriviamo ad un limite. Quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente”.

Poi, approfondendo il comportamento così differente eppure speculare dei due protagonisti, Pastrello aggiunge: “I miei due personaggi si muovono in contesti opposti, eppure celebrati con gli stessi riti, adeguati però ai condizionamenti del luogo in cui vivono. Miliardi di persone ogni giorno più o meno alle stesse ore compiono una serie di azioni speculari, a volte sincronizzate. Banale eppure bellissimo”.

Desktop Michele Pastrello1È chiaro come un concetto chiave di Desktop sia la solitudine dell’essere umano, stato universale che chiunque, prima o poi, è costretto ad assaporare. Così, parlando di “solitudine”, il regista ci dice che “è un qualcosa con cui, se abbiamo coraggio, dobbiamo fare i conti. E’ intrinseca alla condizione umana, anche se facciamo molti sforzi per stordirla, disorientarla, con chiasso, impegni, social network e tutto quello che vuoi. La si stordisce per non sentire un vuoto, ma più la colpisci più lei si nutre di questi tentativi… in più, l’uomo ha creato la propria visione della vita dipendente dai legami e dalle stabilità (io la chiamo la dipendenza da posto fisso dell’anima). Un noto filosofo rifletteva sul fatto che ciò che rende socievoli è la nostra incapacità di sopportare la solitudine e quindi noi stessi”.

Desktop Michele Pastrello3Dal thriller dei primi cortometraggi Nella mia mente e 32, dalla solida contaminazione fanta-paranoica di Ultracorpo e dall’esperimento action di InHuman Resources finiamo quindi in territori differenti, più cerebrali e, perché no, filosofici. “Se dopo aver fatto lavori di fiction più legati al genere, all’azione – spiega Pastrello – sono arrivato a parlare di ciò, è perché è anche il mio tempo della resa dei conti con questa tematica. C’è una parte di me, infatti, in ambedue i personaggi, e la resa dei conti non è poi un termine così assurdo dato il voluto utilizzo di una musica western a fare da contrappunto al video. Quindi, in qualche modo, se Desktop parla di me, cosa che può interessare poco, al contempo parla anche di molti di voi.

Desktop Michele Pastrello5Riguardo l’ “accusa” di essersi spinto nel filosofico, il regista si “difende” così: “non so se è filosofico, non credo di avere la statura per fare un lavoro “filosofico”, però Desktop intreccia i temi della solitudine con quelli del multiverso, per chi ci crede, e quindi della possibilità di incontrarci anche forse oltre il materiale. Per me è un lavoro personale, esistenziale e un po’ impalpabile, che non vuole manicheizzare, come in genere viene fatto, la comparazione metropoli–natura. La solitudine, se la si sta ad ascoltare, non fa differenza di location. Solo che nell’ambiente naturale hai forse meno vie di fuga. Resta un fatto però, per quanto sia stemperato dalla coda finale del film: qualcuno disse “un incontro è un accesso di fiducia”, ecco, sì, qualsiasi forma abbia questo incontro”.

Desktop si fa forte della fotografia di Mattia Gri, Daniele Serio e dello stesso Pastrello, che si è occupato anche della sceneggiatura e della produzione; inoltre si avvale della partecipazione, in ruolo di protagonisti, di Stefano Negrelli e Viviana Leoni.

Oltre alla possibilità di vedere Desktop nel corso del 34° Fantafestival, a breve sarà possibile fruire dell’ultimo lavoro di Pastrello anche in streaming on-line, grazie alla partnership stretta con un noto portale d’informazione che presto sarà rivelato.

Roberto Giacomelli