Titus l’invincibile.

INTO THE STORMNel film “Into the Storm,” lo storm chaser Pete Moore spera di filmare il sommo tornado proprio dall’occhio del ciclone e per tale motivo ha creato il veicolo perfetto: il Titus. Disegnato da David Sandefur, lo scenografo del film, il Titus è equipaggiato con vetri Lexan anti-proiettile, una lastra blindata in acciaio solido di 4mm, un verricello con una capacità di 12 tonnellate e un mini centro meteo completo di anemometro, sensore di umidità e potenziometro.

“Il Titus è la prima cosa che ho disegnato e mi sono divertito molto nel farlo,” racconta Sandefur. “Ho tratto la mia ispirazione dai veicoli blindati, carri armati e veicoli per il trasporto di persone e dalle navi Stealth usati dalla marina. Volevamo che avesse le caratteristiche giuste, nulla di fantascientifico, ma che fosse semplicemente funzionale.”
Costruito dagli specialisti della Kustom Creations di Detroit, usando come base il telaio di un pick-up Dodge, il Titus è stato disegnato per rimanere ben ancorato a terra con venti che soffiano fino a 170 miglia all’ora. Per creare tale solidità, il veicolo è dotato di artigli speciali che affondano nel suolo: dei montanti in acciaio che quando vengono azionati spuntano fuori dai lati e trivellano con delle ancore che vengono posizionate profondamente nel suolo.
“La Custom Creations ha realizzato un lavoro straordinario,” aggiunge Sandefur. “Hanno creato un qualcosa che va oltre; quel veicolo potrebbe percorrere oltre 100,000 miglia per come lo hanno costruito”.

INTO THE STORMLo scopo del Titus non è solo di resistere alla potenza di un tornado, ma anche di documentarlo. Sul tetto è stata montata una torretta in vetro con una visuale a 360 gradi per ottenere il massimo dalle riprese della cinepresa digitale stabilizzata e giroscopica che si trova all’interno. Si tratta di una delle 24 cineprese montate sul veicolo per catturare il massimo delle immagini dall’occhio del ciclone.

Quale è stato colpito dal prodotto finale, “Era veramente imponente quando l’hanno consegnato, una vera e propria bestia, bellissima e verniciata perfettamente”. “Purtroppo, per far sembrare che erano anni che andava in giro in cerca di tempeste, l’abbiamo dovuto sporcare e ammaccare… doveva sembrare un veicolo che aveva viaggiato attraverso l’inferno prima di arrivare alla nostra cittadina”.

BLACK SKYIronicamente, il tempo atmosferico ha rappresentato uno dei maggiori ostacoli per la realizzazione del film “Into the Storm”. “Abbiamo scelto il Michigan perché è uno stato molto bello, piatto, che si avvicina alla topografia degli stati del Tornado Alley, con condizioni meteo molto estreme, tranne nel periodo in cui ci trovavamo là”, commenta il regista Steven Quale.

Il Direttore della Fotografia, Brian Pearson, spiega che una grande sfida è stata quella di creare le piogge torrenziali e i forti venti. “L’acqua arrivava ovunque, ma i cameramen sono stati bravissimi nel riuscire a tenere le macchine asciutte e funzionanti, con gli obiettivi senza nemmeno una goccia d’acqua”.

Una tecnica usata dalla troupe di Pearson è stata quella di usare gli “eliminator spray deflectors”, deflettori che eliminano gli spruzzi della pioggia. Sono delle macchine fantastiche, un po’ rumorose ed ingombranti, ma che girano ad una velocità di 500 RPM eliminando immediatamente l’acqua dagli obiettivi. Si potrebbe addirittura gettare una secchiata d’acqua sull’obiettivo e questa verrebbe immediatamente eliminata. Tale tecnica ci ha aiutato enormemente in queste condizioni di pioggia torrenziale.

UNTITLED TORNADO PROJECTNonostante non ci fosse la pioggia naturale, gli attori hanno lavorato con vento e pioggia create dalla troupe per più di metà delle riprese per cui erano quasi sempre bagnati o almeno dovevano apparire come se lo fossero. Per ottenere tale risultato, i parrucchieri hanno lasciato loro il balsamo nei capelli. Anche se ogni attore aveva solo un abito da indossare, a causa degli effetti del “tempo”, la costumista Kimberly Adams e la sua troupe hanno creato decine di versioni dello stesso costume per ogni protagonista: puliti, sporchi, strappati, ecc.

Gli attori non erano gli unici a dover sembrare colpiti dalla furia di Madre Natura. Anche la città di Silverton doveva essere realizzata per poi avere le strade e gli edifici devastati. Una volta stabilito il design del Titus, Sandfur ha iniziato la sua ricerca.

“Steven ed io abbiamo un’ottima intesa nel creare il look di un film. Una volta capito quello che volevamo, abbiamo cercato delle foto di luoghi reali colpiti dai tornado usandole per quello di cui avevamo bisogno nel film. I set per ogni fase sono stati poi realizzati usando tali foto”.

Uno dei set principali per Sandefur è stata la scuola Oak View Middle School di Oakland Township, Michigan, che nel film era il liceo di Silverton. “Li avevamo avvertiti che avremmo girato un film sui tornado. Abbiamo agito in superficie, senza rompere nulla se non una finestra e un paio di marciapiedi. Ma come accade nella magia del cinema, tutto poi scompare. Abbiamo restituito l’edificio in condizioni perfette. E’ una scuola bellissima,” commenta lo scenografo.

Sandefur ammette che il risultato finale non ha impedito al rappresentate della Oak View di essere preoccupato. “Ha lavorato con noi tutto il tempo, mantenendo un atteggiamento positivo, ma si vedeva che era preoccupato e che pensava, ‘Ma cosa avete fatto alla mia scuola?’ Credo che ora abbiano un campus ancora più bello di quanto non fosse prima delle riprese”.

UNTITLED TORNADO PROJECTUn’altra delle scene più importanti della devastazione del tornado è stata girata in una zona residenziale vicino alla casa dei Fuller. L’unità artistica ha impiegato tre settimane per rendere la zona di Auburn Hills come se fosse stata devastata da un tornato, usando delle zone vuote tra le case nuove. Una volta ultimate le scene, c’è voluta una settimana per ripulire la zona.

Le scene nella fossa di drenaggio nella cartiera abbandonata dove vengono intrappolati Donnie e Kaitlyn sono state girate in tre location diverse: un vecchio deposito, un lotto di terra per gli esterni, ed il set dei Michigan Motion Picture Studios. La fossa era uno spazio molto piccolo dove si stava molto stretti. Si trovava a 8 piedi di profondità, larga 6 piedi e lunga 10, con gli attori e la troupe che si sono trovati a lavorare in 10,000 galloni d’acqua. Queste condizioni claustrofobiche erano proprio quello che cercavamo per il film, per creare la situazione ideale per le scene con gli attori Max Deacon ed Alycia Debnam-Care.

Un altro elemento molto realistico del film è il pulmino meteo che accompagna il Titus ovunque vada, fornendo alla meteorologa Allison e al resto degli storm chaser tutte le ultime notizie e le statistiche su dove colpirà la tempesta. Sandefur lo ha disegnato rendendolo funzionale per le riprese e l’arredatrice Brana Rosenfeld si è informata con degli importanti storm chaser per capire esattamente il tipo di attrezzatura necessaria, dal radar Doppler, fino ad una configurazione interna con 8 monitor.

“Il lavoro svolto da David e la sua troupe è stato fondamentale per creare il look realistico che volevamo per questo film,” afferma Quale. “Per esempio, non è facile creare detriti che sembrino reali, e ce ne servivano quintali per il nostro film. David è inoltre riuscito a trovare e ad affittare alcuni detriti da una ditta specializzata nel recupero materiali per cui abbiamo avuto la quantità necessaria di aste angolari e mattoni da piazzare strategicamente tra le sagome di gesso e di gommapiuma. Il look finale è stato molto realistico”.

INTO THE STORMLa vasta esperienze di Steven Quale nel campo degli effetti visivi, gli ha permesso di sapere esattamente cosa gli sarebbe servito per creare i giganteschi tornado che colpiscono la cittadina nel film “Into the Storm”, lasciando il pubblico senza fiato. Per riuscire in questo compito formidabile, si è rivolto al produttore di effetti visivi, Randall Starr.

“La prima cosa che io e Steve abbiamo fatto è stata la pre-visualizzazione, creando con il computer quello che volevamo. E’ difficile visualizzare un tornado in 3-D se si usano degli storyboard piatti, per cui la pre-visualizzazione è stata essenziale per vedere come sarebbe apparso il girato e anche per vedere cosa avrebbero visto gli storm chaser nel film.

Abbiamo usato tale tecnica varie volte per alcune sequenze del film, dato che gli attori incontrano twister di vari tipi, da quelli tradizionali a cuneo largo, a quelli fini a spirale, fino ai vortici di fuoco e ad un massiccio tornado largo due miglia. Una volta ‘visti’ o visualizzati i tornado, ci siamo rivolti alla ditta più importante di Hollywood per gli effetti visivi speciali per creare un rendering fotorealistico di ogni aspetto del tornado, dalle supercelle, alla forma dell’imbuto, fino a vedere i detriti che volano in aria“.

UTP-FP-0019Oltre a creare i tornado che nella realtà non esistevano, la troupe VFX ha dovuto rimuovere vari elementi che non dovevano essere visti. Starr racconta, “Non solo dovevamo sostituire i cieli blu, che dovevano invece essere nuvolosi, ma abbiamo anche dovuto sostituire gli alberi, i cespugli, le macchine e, in alcuni casi, anche intere strade. Durante un vero tornado, tali elementi vengono distrutti completamente e la troupe VFX ha dovuto distruggere quasi tutti gli elementi nel fotogramma originale. Alla fine ci siamo domandati cosa fosse rimasto del quadro originale oltre al primo piano dell’attore.” Avere gli attori nei set reali è stato ottimale, dato che ha offerto a Quale l’opportunità di ottenere delle performance molto reali nelle scene in cui combattevano contro venti impetuosi e condizioni meteo proibitive.

La troupe di Starr ha subito scoperto che oltre al tornado vero e proprio, “il nostro lavoro era quello di mostrare come il tornado stesse impattando l’ambiente circostante, strappando la vegetazione e creando un’enormità di detriti. Dove c’era il tornado, abbiamo dovuto creare la furia digitale della tempesta, compresa la pioggia digitale, i tronchi d’albero, i pezzi di automobili e di tutto e di più”.

Starr osserva che il film si è anche avvalso di effetti speciali pratici. “Abbiamo avuto bisogno del loro lavoro per creare forti venti con dei grandi ventilatori che facevano volare le foglie, i detriti e la polvere. Tutto quello che si vede nel film nelle scene in cui i vestiti e i capelli degli attori volano dappertutto, oppure nelle scene in cui si vede volare dell’erba nello sfondo, è stato ottenuto con gli effetti speciali pratici”.

UNTITLED TORNADO PROJECTGli effetti speciali sono stati determinanti in una delle scene più terrificanti del film, quella che avviene durante una tempesta in cui un gruppo di persone trova rifugio in una caditoia contro il twister E5 in arrivo sopra di loro. Il cast e la troupe erano in mezzo ai venti che soffiavano a 100 miglia l’ora, con la pioggia ed i detriti intorno a loro. “Questa scena ha richiesto molti effetti pratici ed è stata una vera sfida per tutti. Tali effetti straordinari hanno reso credibile il fatto che ci fosse un’enorme tromba d’aria che si stava dirigendo verso di loro”, afferma Starr. Un altro elemento importante della violenta tempesta del film “Into the Storm”, è stato quello di ricreare il suono intenso e assordante che la accompagna. Tale compito è stato affidato al tecnico del suono Per Hallberg. “Per è un tecnico del suono straordinario. Per un storia con un forte impatto visivo come questa, è riuscito a creare un’esperienza sonora che ti terrorizza anche con gli occhi chiusi,” afferma Quale.

BLACK SKYIl regista commenta che quando hanno iniziato a lavorare insieme, “Per mi ha detto, ‘Mi divertirò proprio in questo film, potrò inventare tante cose.’ E così è stato, usando sia il suono, che il silenzio, per creare degli effetti incredibili”.

Un altro aspetto singolare è stato rappresentato dalle musiche composte da Brian Tyler, che hanno creato un contesto altamente emotivo per la storia del film, nella quale una giornata qualsiasi viene trasformata in una delle esperienze più straordinarie della vita dei personaggi.

Quale conclude, “La mia speranza è che quando il pubblico vedrà questo film, rimarrà stupito da quello che riesce a fare Madre Natura. Spero che siano anche coinvolti emotivamente dalle vicissitudini dei personaggi per capire quali siano le cose veramente importanti della vita: la famiglia, la nostra umanità. E in ultimo, spero che riusciremo a portare gli spettatori in un viaggio emozionante come solo il cinema sa fare”.