Ennio Coltorti in L’Uomo, la Bestia e la Virtù di Luigi Pirandello, regia Ennio Coltorti, con Sergio Smorfa, Simona Allodi, Gioietta Gentile, Caterina Taccone, Matteo Fasanella, Antonio Coppola, Nina Raja, Francesco Ricci, Ladislao Liverani, Michele Prosperi. Costumi di Rita Forzano. Scene di Jacopo Bezzi
A distanza di 95 anni dalla sua prima messa in scena (era il maggio del 1919) L’Uomo, la Bestia e la Virtù di Luigi Pirandello arriva al Teatro Arcobaleno di Roma dal 28 novembre al 21 dicembre con la regia di Ennio Coltorti.
Uno dei testi più amati e rivisitati del drammaturgo siciliano, prende vita per la prima volta attingendo alla corporeità della Commedia dell’Arte, e all’Opera Buffa esaltando la migliore tradizione performativa italiana, per restituire al pubblico il Pirandello più puro e viscerale, grottesco e ironico, attraverso la riscoperta dell’animalità dei suoi personaggi.
In “L’Uomo, la bestia e la virtù” Pirandello ha dato sfogo a tutta la sua ironia e critica sociale, tanto da rendere questa storia di passione, amore, matrimonio borghese e “corna” simbolo di una società malata, la nostra, dove il limite tra bene e male è nascosto dalle apparenze e dove maschere e parole giocano a nascondino con la verità.
Apologo in tre atti, come definito dallo stesso Luigi Pirandello, L’Uomo, la Bestia e la Virtù, narra la storia del Professor Paolino (uomo o forse bestia?), la signora Perella (la presunta virtù) e il marito di questa, Signor Perella (bestia o forse uomo) che culminerà in un “guaio” da riparare in maniera ambigua e inaspettata.
Il tutto raccontato attraverso il sarcasmo del drammaturgo – che anche nelle didascalie gioca ad attribuire a ogni personaggio un equivalente animalesco – e portato in scena da Ennio Coltorti, insieme a una squadra di giovani attori che, per confrontarsi con l’autore, ha utilizzato per mesi la tecnica della Commedia dell’Arte.
Un lavoro raffinato che si fa forte delle indicazioni registiche dello stesso Pirandello, per uno spettacolo tanto fedele al testo, da apparire un vero e proprio omaggio a esso, a 95 anni dalla sua prima messa in scena.